Non sgridate i bambini: la loro psiche potrebbe duramente risentirne

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di Marco Bonavolontà

12 Giugno 2023

Non sgridate i bambini: la loro psiche potrebbe duramente risentirne
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Far parte di un nucleo famigliare vuol dire essere parte di un "meccanismo": ciascuno a i propri compiti e le proprie responsabilità. Viene instaurata, indirettamente, una sorte di gerarchia dove i più "anziani" fungono da esempio per i più piccoli e li guidano alla scoperta della vita attraverso le loro cure e la loro esperienza. Tuttavia i più piccoli, sebbene sappiano quali siano le loro figure di riferimento, possono comunque comportarsi diversamente da quanto loro indicato perché è risaputo: i bambini, figli o nipoti che siano, fanno i capricci.

Dunque, spesso, chi bada loro si ritrova esasperato perché non viene ascoltato e dunque finisce con l'alzare la voce e urlare nel tentativo di imporre la propria autorità. Ma è davvero questo il modo più giusto nonché efficace per avere attenzione e rispetto?

via thehealthsite

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Dott.Gabriele Guarnieri/Facebook - Not the actual photo

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Assolutamente no. E non si tratta di metodi condivisibili o meno, di improntare un'educazione basata su una mano "morbida"o più "pesante".

Pare oramai acclarato che urlare ai bambini non porti alcun risultato utile, gli effetti negativi sono invece molteplici: lo afferma l'esperta genitoriale Tania García. Ma anche il dottor Sanghanayak Meshram, psichiatra, è dello stesso parere e sconsiglia vivamente di adottare un simile comportamento. Cerchiamo di capire i vari motivi.

Durante un rimprovero concitato, con urla e rabbia non si crea altro che paura e vergogna nella mente di un bambino. Il suo processo di apprendimento viene quasi "inibito" poiché è come paralizzato da più stati negativi che gli suggeriscono soltanto di stare in allerta, ma così facendo non capisce minimamente quale sia stato il suo sbaglio.

La paura in particolare genera stress nei piccoli che vengono per giunta "traumatizzati" da certe esperienze. Ed è proprio questa la parte più grave...

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Rawpixel - Not the actual photo

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Infatti "registrare" e associare certi ricordi potrebbe compromettere una crescita sana, all'insegna del benessere di un bambino favorendo lo sviluppo di problematiche emotive quali ansia in tutte le sue forme, angoscia e perfino disturbi della persona più gravi.

Naturalmente può capitare a tutti di perdere la pazienza e alzare la voce, ma questo atteggiamento non dovrebbe mai diventare la base che costituisca un modello educativo. Dunque quale dovrebbe essere l'approccio più opportuno per "impartire una lezione" a una creatura così emotivamente sensibile e vulnerabile?

Il primo consiglio che ci sentiamo di darvi è quello di cercare di immedesimarvi in loro: ricordate che non sono cattivi e che percepiscono, vivono il mondo in maniera del tutto diversa dagli adulti. Proprio per questo bisognerebbe cercare di costruire con loro un dialogo costruttivo, un confronto basato sul rispetto e non sulla prevaricazione del più forte.

Ultima, ma non meno importante considerazione: si può chiedere scusa. Se si ha alzato la voce, se c'è stato un gesto che è andato oltre, arrivando perfino a qualcosa di "fisico", si può sempre far presente al bambino che si è pentiti e dispiaciuti, quindi spiegargli come mai si ha agito in una simile maniera. Talvolta può essere complicato seguire queste "procedure" rinunciando a un più veloce e, solo apparentemente, efficace strattone o severo rimprovero. Ma se si dice che fare il genitore è il lavoro più difficile che c'è vuol dire che la soluzione più facile non è sempre quella più indicata.

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