Nessuno voleva assumerlo per colpa del suo autismo, così questo ragazzo ha deciso di aprire una caffetteria tutta sua

di Marta Mastrogiovanni

02 Maggio 2020

Nessuno voleva assumerlo per colpa del suo autismo, così questo ragazzo ha deciso di aprire una caffetteria tutta sua
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Dopo aver compiuto 21 anni, Michael Coyne ha deciso di mandare il suo CV vitae a diverse aziende, speranzoso di ricevere presto una risposta positiva ed ottenere il suo primo lavoro. A quell'età, un ragazzo vorrebbe dimostrare tutto il suo valore e assumersi le responsabilità di un adulto per urlare al mondo intero che anche lui può farcela. Michael, però, riceveva costantemente risposte negative da parte di tutti i datori di lavoro a cui aveva proposto la sua candidatura. Il giovane è affetto da autismo e altri disturbi, come iperattività e bipolarismo. Nonostante tutte le difficoltà che quotidianamente deve affrontare, Michael non si è mai arreso all'idea di essere un ragazzo senza futuro, per colpa della sua disabilità; armatosi di forza di volontà e di una buona dose di supporto materno, ha così aperto una caffetteria tutta sua.

via CBS news

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Youtube / WPRI

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Dopo aver ricevuto svariati "no" da tutti quei datori di lavoro a cui aveva mandato la sua candidatura, Michael si è rimboccato le maniche e ha deciso di iscriversi ai corsi di Marketing promossi dal Rhode Island Developmental Disability Council, desideroso di imparare il più possibile le nozioni necessarie per fare il salto di qualità e aprire un'attività tutta sua. Grazie anche all'aiuto di sua madre Sheila, una volta finiti gli studi, Michael ha potuto aprire una caffetteria e realizzare il suo sogno.

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Il messaggio di Michael e Sheila è che anche i ragazzi con disabilità sono degli instancabili lavoratori e meritano di essere inclusi nella società in cui vivono. Un bravo genitore sa riconoscere il valore del proprio figlio e ha il dovere di promuovere il suo talento laddove possibile, soprattutto in un mondo che tende sempre di più a porre ostacoli e barriere di fronte a chi è più fragile.

Una caffetteria aperta a chiunque, nonché una palestra per chi, come Michael, ha necessità speciali e tanta voglia di mettersi in gioco. L'esperienza di questo ragazzo e della sua mamma sono un faro di speranza per tutti i ragazzi disabili che sognano, giustamente, di partecipare alla vita di tutti i giorni proprio come chiunque altro.

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