Reflusso gastroesofageo: tutto quello che c'è da sapere per tenerlo sotto controllo

di Davide Bert

01 Agosto 2019

Reflusso gastroesofageo: tutto quello che c'è da sapere per tenerlo sotto controllo
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La classica acidità di stomaco è un disturbo purtroppo sempre più diffuso, praticamene endemico della società moderna. Gli stili di vita e i regimi alimentari di oggi favoriscono l’insorgere della condizione clinica che viene denominata “reflusso gastroesofageo”. In pratica si tratta di una disfunzione dello sfintere esofageo inferiore, il quale agisce in maniera troppo debole e causa la risalita dei succhi gastrici dall'esofago allo stomaco.

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BruceBlaus/Wikimedia

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La soluzione più tradizionale e scontata è quella di utilizzare dei farmaci concepiti appositamente per inibire il ritorno gastrico o alleviare le sensazioni spiacevoli che ne conseguono, cioè dolore e bruciore. Molti soggetti sono sicuramente più predisposti di altri a contrarre questi problemi, tuttavia è anche vero che le quotidiane abitudini e la presenza di altre patologie possono essere fattori di maggior rischio. Tra le principali cause o concause del reflusso vanno citate: fumo, asma, diabete, ansia, gravidanza, ernia iatale, obesità, disordini alimentari.

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army.mil

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La sintomatologia rivelatrice del disturbo comprende invece effetti quali: dolore al petto o alla bocca dello stomaco, eccessiva salivazione, alitosi, mal di gola, tosse secca, difficoltà nella deglutizione. Nelle forme più lievi e non croniche di reflusso, può essere utile se non addirittura risolutivo adottare delle strategie non farmacologiche. Nello specifico può funzionare egregiamente il mantenere un peso corporeo idoneo, il mangiare sano e con regolarità, evitare abiti troppo stretti, non assumere bevande o cibi “reflussanti” (caffè, peperoncino, bibite gassate, formaggi grassi, alcol, cioccolato, fritture, cipolle, pomodori).

Pixabay

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Oltre a ciò che si mangia è importante anche il “come” lo si mangia, quindi niente abbuffate frettolose ma piccoli pasti consumati con calma. Dopo mangiato, sia a pranzo che a cena, si consiglia di non sdraiarsi per almeno 2 o 3 ore, per consentire prima una piena digestione. La posizione supina favorisce il ritorno gastrico nell’esofago. Sollevare i cuscini o la testiera del letto può essere d’aiuto e per finire si possono assumere sostanze naturali che fungono da ottimi lenitivi e digestivi. Nello specifico vanno bene le mandorle (per riequilibrare il PH dello stomaco), la camomilla, il succo di aloe, la curcuma e il tè allo zenzero.

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