Gli anziani con l'Alzheimer non perdono la capacità di riconoscere una carezza: non facciamogliela mai mancare

di Laura Gagliardi

14 Febbraio 2019

Gli anziani con l'Alzheimer non perdono la capacità di riconoscere una carezza: non facciamogliela mai mancare
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L'Alzheimer è una malattia ancora oggi poco conosciuta, e su cui si moltiplicano perciò false informazioni e pregiudizi. Si ritiene, ad esempio, che essa conduca chi ne è affetto a disconnettersi dal mondo esterno per vivere in una propria dimensione interiore, irreale.

Tuttavia, indagando meglio all'interno di questa dimensione, scopriremmo che un malato di Alzheimer ha paura del mondo circostante, perché non riesce ad esprimere ciò di cui ha bisogno, ciò che sente, le persone che vede. Un terrore della realtà quotidiana al quale occorre rispondere con empatia, amore e comprensione.

via lamenteesmaravillosa.com

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pixabay

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Recentemente si sono andati diffondendo modelli terapeutici che – in virtù del principio di dignità del malato – si focalizzano  sulla persona, e, di conseguenza, pongono enfasi sulla comunicazione ed il contatto. Appare infatti indispensabile entrare in empatia con la realtà interiore del malato, da un lato per cercare di tenerlo ancorato alla sua identità, dall'altro perché chi gli sta intorno – parenti, operatori sanitari – divenga più comprensivi verso quei disturbi del comportamento tipici di chi soffre di Alzheimer. 

L'obiettivo è fornire sicurezza e forza ai malati, affinché si sentano in grado di esprimere i propri sentimenti, così salvaguardando la loro dignità. Solo riconoscendo la validità del loro stato d'animo, delle loro emozioni, queste persone possono sentire che esistono, che sono accettate, e quindi essere spronate ad esternare.

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NCVO London/flickr

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Infatti, nonostante la loro capacità di esprimersi verbalmente si riduca progressivamente, non significa che i malati di Alzheimer non sentano il bisogno di comunicare. Spetta perciò a chi li circonda e sta bene connettersi con il loro stato mentale e sintonizzarsi con i loro sentimenti.

A questo scopo può rivelarsi utile, ad esempio, il ricorso a canzoni che siano familiari per il malato di Alzheimer: è dimostrato, infatti, che questi reagisce in modo vario, da un cambiamento di posizione, a un suono, a una risposta verbale. rivelando come, offuscata dalla malattia, sia sempre presente quella persona che ricordiamo.

Non smettiamo di amare i nostri cari malati di Alzheimer: per quanto possano non riconoscerci, non smetteranno di riconoscere l'amore che si rivolge loro! 

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