Figlio di 30 anni non vuole andarsene di casa: i genitori si rivolgono a un giudice e il caso finisce in tribunale

di Marta Mastrogiovanni

26 Novembre 2021

Figlio di 30 anni non vuole andarsene di casa: i genitori si rivolgono a un giudice e il caso finisce in tribunale
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Ci sono generazioni di trentenni che continuano a vivere in casa dei propri genitori, sfruttando una situazione di grande comodità, proprio come se avessero ancora 16 anni. Dobbiamo sottolineare che la situazione economica e lavorativa, in molti Paesi, è disastrosa e riuscire a permettersi di vivere da soli contando solo sulle proprie forze è assai difficile. Ma non impossibile. Diversi, invece, sono i casi in cui i giovani non si impegnano per trovare un lavoro e continuano a coabitare con i genitori, contando su di loro per vitto e alloggio, finendo così per rovinare anche i rapporti con madre e padre. Questo è quello che è successo ad un ragazzo di 30 anni che voleva ostinatamente rimanere a casa dei suoi genitori. Il giovane li ha esasperati a tal punto con il suo comportamento, che i coniugi sono ricorsi ad un tribunale.

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Michael Rotondo once sued Best Buy. The court documents say he alleged he was discriminated against due to his gender...

Pubblicato da Michael Rotondo - slacker and deadbeat dad su Martedì 29 maggio 2018

Non sono riusciti a convincere loro figlio ad andare via di casa e a fargli trovare un lavoro che lo rendesse indipendente, così, esasperati dalla situazione, si sono rivolti a un giudice. Michael Rotondo ha detto al giudice che sa che i suoi genitori vogliono che diventi indipendente e si trasferisca altrove, ma ha sostenuto che come membro della famiglia ha dei diritti. La sentenza del giudice della Corte Suprema dello Stato, Donald Greenwood, ha respinto le sue argomentazioni, considerandole come oltraggiose. Dopo il verdetto del giudice, il figlio ha detto alla corte che avrebbe presentato ricorso.

I genitori di questo ragazzo hanno fatto di tutto pur di costringerlo a darsi da fare e a trovare la sua indipendenza. Il problema della convivenza con il figlio si è intensificato, poi, perché Michael litiga spesso con la madre. Esasperati, padre e madre gli hanno persino dato dei soldi per aiutarlo nella ricerca di una casa e di un lavoro: "Michael, ecco $1.100 per te in modo che tu possa trovare un posto dove stare".

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 I genitori gli hanno persino suggerito di vendere qualche oggetto per ricavare un po' di soldi (lo stereo, alcuni strumenti, ecc...), senza contare tutte le volte che lo hanno spronato a cercarsi un lavoro: "Ci sono posti di lavoro disponibili anche per quelli con una brutta storia lavorativa come te…Trovane uno: devi lavorare!". Ma Michael non se n'è mai interessato; ha continuato sempre a vivere sulle spalle dei genitori, in maniera molto consapevole ed egoistica.

Di certo è difificile giustificare il comportamento di un figlio che, a 30 anni, sembra volersi approfittare dei suoi stessi genitori. Voi cosa ne pensate?

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