Un bimbo di 2 anni ha febbre e tosse dopo aver ingoiato acqua in piscina: salvato da "annegamento secondario"

di Simone Fabriziani

23 Giugno 2020

Un bimbo di 2 anni ha febbre e tosse dopo aver ingoiato acqua in piscina: salvato da "annegamento secondario"
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Arriva l'estate, e con essa il divertimento sfrenato dei bambini; non si va più a scuola, il tempo è bello, la temperatura è calda, e tutti gli amici si incontrano al mare o nelle piscine. Un programmino perfetto che all'apparenza sembra non poter trasformarsi in contesto potenzialmente pericoloso, eppure una storia di salvataggio di un papà che è accaduta nello stato del Colorado negli Stati Uniti, mette tutti i genitori in guardia su un'insidia invisibile nelle piscine...

via The Independent

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ABC 13

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Garon Vega, padre di Gio un bambino di 2 anni del Colorado, racconta di aver portato suo figlio alla piscina comunale per un po' di sano divertimento, ma quando sono successivamente tornati a casa, Garon ha notato che il piccolo iniziava ad avere sintomi con forte mal di testa, poi tosse e l'innalzarsi della febbre.

Il papà, visibilmente preoccupato, ha iniziato a cercare una spiegazione razionale a quei sintomi legati alla piscina, così si è imbattuto nella tragica storia di Frankie Delgado; questo bimbo di 4 anni di Houston nel Texas, è deceduto il fine settimana del Memorial Day dopo aver inalato inavvertitamente un po' d'acqua mentre nuotava con la famiglia.

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Per quanto riguarda il caso di Delgado, i medici avevano sospettato un caso di "annegamento secondario", una condizione che si presenta quando qualcuno inala dell'acqua che rimane intrappolata all'interno dei suoi polmoni per le ore successive. Possono essere necessarie fino a 24 ore dopo l'uscita dall'acqua prima che compaiano sintomi evidenti; l'annegamento secondario può avvenire in qualsiasi specchio d'acqua, compresa la propria vasca da bagno; nonostante i casi si siano riscontrati anche negli adulti, i bambini ne sono le vittime più frequenti.

Ovviamente, dopo aver letto la storia del povero Frankie, Garon ha portato immediatamente il piccolo Gio al pronto soccorso, dove i medici hanno confermato i sintomi da annegamento secondario" I raggi X hanno mostrato che aveva una notevole quantità di acqua nei suoi polmoni, ed è stata una buona cosa che lo abbiamo portato immediatamente in ospedale perché se non lo avessimo fatto, non ce l'avrebbe fatta", ha detto Garon.

Una storia per fortuna a lieto fine quella di Gio e papà Garon, ma che mette in guardia tutti i genitori dei possibili pericoli che possono comportare una tranquilla gita di famiglia in piscina. State tutti molti attenti!

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