Routine da quarantena: c'è chi ormai si è abituato a stare a casa e ora ha paura di tornare alla "solita vita"

di Marta Mastrogiovanni

26 Aprile 2020

Routine da quarantena: c'è chi ormai si è abituato a stare a casa e ora ha paura di tornare alla "solita vita"
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Indubbiamente la situazione causata dallo scoppio dell'epidemia di Coronavirus è e continua ad essere tragica: molti hanno perso un familiare o un amico durante questa pandemia e, per loro, sarà davvero difficile tornare alla "normalità", poiché niente sarà più come prima. Inoltre, per quanto ci lamentiamo della nostra attuale routine casalinga, molti di noi si stanno lentamente abituando e il pensiero di tornare "alla vita di sempre" un po' fa paura. Secondo le misure prese dal governo italiano, dal 4 maggio molte aziende e negozi dovrebbero gradualmente riprendere la propria attività, mettendo in moto una seconda fase ancora molto incerta. Non sappiamo al momento cosa ci riserveranno per i prossimi giorni, ma sappiamo che in ogni caso tornare alla "normalità" non sarà facile.

via Espresso

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Anche se, in generale, siamo tutti d'accordo sull'essere stufi di questa situazione dettata dal Covid-19, c'è chi sta timidamente ammettendo di essere spaventato dall'eventuale riapertura delle attività del 4 maggio, e quindi dalla riapertura alla "vita vera", ed è preoccupato di non saper come gestire questo grande rientro. Per chi si sta trovando particolarmente male in isolamento, tutto ciò potrà sembrare paradossale, ma è abbastanza normale come spiega lo psicoterapeuta Federico Ambrosetti: "Se per molti questo significa gestire, con difficoltà, la "mancanza" di qualcosa o l'accettazione di convivenze forzate e prolungate, per alcuni la quarantena può rappresentare, paradossalmente, una condizione capace di favorire uno stato di equilibrio mentale".

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Non si parla di abituarsi alla morte e al conteggio delle vittime, ovviamente, ma ad un nuovo modo di vivere la propria routine: la casa è una bella comfort zone per tanti fortunati, una specie di oasi priva di ogni forma di stress o frenesia. È pur vero che i ritmi della nostra vita sono rallentati moltissimo e anche chi è in smart working ha un po' più di tempo libero a disposizione. Anche chi all'inizio sembrava averla presa particolarmente male, dopo un po' di tempo si è abituato. Alcuni psicologi sostengono che per crearsi una nuova abitudine ci vogliano 21 giorni - in Italia l'isolamento forzato, per molti, va avanti da decisamente più tempo, quindi non stupisce il fatto di essersi abituati.

Sappiamo che la vita non riprenderà esattamente come prima, non subito almeno, e sappiamo anche che l'incertezza per il futuro peserà possibilmente più di prima. 

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