Uno degli alunni è sordo: tutta la classe impara il linguaggio dei segni per non farlo sentire escluso

di Davide Bert

14 Luglio 2019

Uno degli alunni è sordo: tutta la classe impara il linguaggio dei segni per non farlo sentire escluso
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Avere una disabilità è una condizione difficile per qualsiasi individuo, specialmente se il soggetto in questione è soltanto un bambino. Il sentirsi diversi, il percepire se stessi come anormali, può provocare l’isolamento e una percezione di profonda inadeguatezza nei confronti della società. L’integrazione è un processo di reciprocità, ed è con questo spirito che in i bambini di una scuola di Sarajevo hanno imparato il linguaggio dei segni per comunicare con un loro compagno non udente.

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 AP Archive/Youtube

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Il protagonista di questa storia si chiama Zejd, un bimbo bosniaco di sei anni, non udente dalla nascita. Iscritto alla prima elementare il piccolo si è trovato ad affrontare il primo grande scoglio della sua vita, quello di inserirsi in una classe dove nessuno conosceva la lingua dei segni, nemmeno l’insegnante.

Invece che rassegnarsi e restare inerme davanti al problema la maestra, Sanela Ljumanovic, ha pensato bene di agire e imparare il linguaggio dei non udenti per comunicare con il bambino. Una buona idea, un’iniziativa di certo pregevole che però non sarebbe bastata a risolvere davvero la situazione.

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 AP Archive/Youtube

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Detto fatto, anche il resto della classe di Zejd ha cominciato a prendere lezioni di lingua dei segni, così che tutti potessero “parlare” con lui. La cosa è stata accolta con molto entusiasmo da tutti gli scolari, considerata come una nuova ed emozionante avventura.

Dopo un po’ di tempo e di impegno ora i compagni del bimbo conoscono i rudimenti del linguaggio dei segni, Zejd è felice, si sente motivato e sta gradualmente imparando a sua volta a leggere le labbra, oltre che le altre nozioni impartite a scuola.

 AP Archive/Youtube

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Questo meraviglioso gesto di amore e di solidarietà è la dimostrazione del fatto che le barriere, nella maggior parte dei casi, esistono soltanto nel cuore e nella mente. Con un piccolo sforzo si può trasformare la diversità in un’opportunità di arricchimento e di crescita.

Tutti siamo diversi ma il concetto di “normalità” è alquanto relativo, viene deciso dalla cultura e dalla società, non è una questione di nascita. Il segreto è cercare di fare tutti un piccolo passo verso il prossimo, senza aspettare che siano gli altri a fare tutto il lavoro. In questo modo le distanze si colmano in un balzo, le differenze solo tanti modi per esprimere lo stesso pensiero.

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