Gli uomini infedeli sono meno intelligenti: lo dice una ricerca scientifica

di Davide Bert

22 Maggio 2019

Gli uomini infedeli sono meno intelligenti: lo dice una ricerca scientifica
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Quando una donna dà dello stupido (per non dire altro) al proprio partner che l’ha tradita, forse ha più ragione di quanto creda. Sembra infatti esserci una diretta connessione tra il non riuscire a resistere alla tentazione di cercare altre compagne e il cosiddetto QI (quoziente intellettivo). Il dottor Satoshi Kanazawa, psicologo presso la School of Economics and Political Sciences di Londra, ha pubblicato uno studio che spigherebbe il perché.

via Daily Mail

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La fedeltà non è solo questione di carattere, di circostanze e opportunità, ma anche di intelligenza. Ciò non vuol dire che chi tradisce non è in grado di amare, ma che non dispone delle risorse cognitive necessarie per far maturare quel sentimento fino ad evolvere in qualcosa di stabile e duraturo.

L’incapacità di mantenere un impegno equivale al non saper assumere delle responsabilità, e soprattutto a reggerne il peso. Dopo la fase dell’innamoramento e della passione il rapporto deve necessariamente evolvere in qualcosa di più solido e concreto, che prescinde dal piacere e dal semplice svago. Secondo le teorie del dottor Kanasawa la stessa storia dell’antropologia è una testimonianza di come l’uomo si sia trasformato da essere poligamo in monogamo man mano che le sue facoltà intellettive si sviluppavano. I basilari istinti e l’esigenza riproduttiva hanno ceduto il posto a condizioni emotive fondate sulla condivisione, sul sostegno reciproco e sull’affettività.

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Quindi più un uomo è intelligente maggiori sono le probabilità che egli riesca a costruire rapporti durevoli e significativi nell’arco della propria vita. La quantità di “materia grigia” non è però solo questione di doti naturali ma anche di esperienze e dal modo in cui l’individuo ha saputo trarne il significato dall’infanzia all’età adulta. La ricerca non riguarda le donne per una precisa scelta di esclusione. Il genere femminile infatti ha saputo sviluppare prima e meglio l’istinto di selezione e la predilezione per la monogamia. Ciò potrebbe essere dovuto al fatto che la donna per sua natura è strettamente legata al processo riproduttivo, vivendolo in maniera più diretta, sia intima che interiore.

Certo esistono degni esemplari infedeli anche tra le donne, ma almeno statisticamente sembra che siano in minor quantità rispetto agli omologhi maschili. Questa è forse una piccola rivincita del classico padre di famiglia tutto d’un pezzo, rispetto al cosiddetto“donnaiolo”: il primo sembrerà più noioso e banale, ma forse lo è semplicemente perché ha capito qualcosa in più!

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