Queste sono le 7 regole d'oro per educare i bambini, secondo un importante psichiatra infantile italiano

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di Claudia Melucci

02 Maggio 2019

Queste sono le 7 regole d'oro per educare i bambini, secondo un importante psichiatra infantile italiano
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Giovanni Bollea, classe 1913, è stato un importante psichiatra italiano: ha incentrato la sua formazione professione sullo sviluppo infantile, apportando una vera e propria rivoluzione nell'ambito della neuropsichiatria pediatrica italiana: è stato lui, infatti, ad introdurre per la prima volta la psicoanalisi e la psicoterapia di gruppo nella clinica universitaria romana. 

Nel corso della sua carriera, ha stilato un elenco di 7 regole per crescere bambini educati e sereni.

via Giovanni Bollea

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  • 1. "Dategli meno. Hanno troppo, non c’è dubbio. Il consumismo fa scomparire il desiderio e apre le porte alla noia."

  • 2. "Quella che conta è l’intensità, non la quantità di tempo passato con i bambini.
    I primi venti minuti del rientro a casa dal lavoro sono fondamentali. Devono essere dedicati al colloquio e alle coccole. E non certo a chiedere dei compiti o dei risultati."

  • 3. "I giochi più educativi sono quelli che passano attraverso la fantasia della madre e le mani del padre: bastano due pezzi di legno, ma i genitori ormai non sanno più inventare."
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  • 4. "Dai tre ai cinque anni è bene avviare i bimbi ai lavoretti a casa, assieme ai genitori. È utile che sappiano stirare con un piccolo ferro o attaccare un bottone."

  • 5. "Sport. Prima di tutto deve essere lui a desiderarlo. Meglio se lo fa in gruppo, facendo capire che agonismo significa emergere con fatica e non diventare campioni. Ottime due o tre ore di palestra alla settimana. Poca competizione, grande beneficio fisico."

  • 6. "Va incoraggiata la cultura artistica abituandoli al bello. Teatro, musica, arti visive creano il desiderio di migliorare. I soldi spesi per la cultura sono quelli che rendono di più."

  • 7. "Le donne che lavorano, la maggioranza, a fine giornata pensano già ai figli, alla spesa, agli impegni di casa e rendono poco. Non sarebbe meglio lasciarle uscire mezz’ora prima? I figli, tornando da scuola, le avrebbero a casa meno stressate e più disponibili. Più che di corsi, è di questo che i bimbi hanno bisogno."
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