Le radici psicologiche del vizio del fumo, che vanno oltre la dipendenza dalla nicotina

di Laura Gagliardi

27 Gennaio 2019

Le radici psicologiche del vizio del fumo, che vanno oltre la dipendenza dalla nicotina
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Per chi fuma, il ricordo della prima sigaretta non è solitamente piacevole: si ricorda netta una sensazione di bruciore alla gola, un odore e un sapore forti, aspri.

Eppure, nonostante ciò, spesso alla prima ne seguono altre, e si prende il vizio; una dipendenza che nasce dalla nicotina, un alcaloide che aumenta i livelli di dopamina – l'ormone del piacere e della ricompensa –  nel cervello. Nel tempo, per stimolare la stessa quantità di dopamina, sono necessarie sempre più dosi di nicotina – ed ecco che si comincia a fumare sempre più.

A volte, però, le cause psicologiche alla base di questo vizio sono più importanti di quelle biochimiche.

via lamenteesmaravillosa.com

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 Riccardo Fissore/Unsplash

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Spesso si incomincia a fumare durante l'adolescenza: il tabacco, infatti, come l'alcol, è una sostanza psicoattiva legale, facilmente acquistabile – nonostante i limiti di età – , a buon prezzo, e, soprattutto, vietata dagli adulti. Da qui deriva parte del suo fascino agli occhi dei giovani. Secondo uno studio condotto da Scientific Psychic queste sono le ragioni che inducono a iniziare a fumare:

  • sfidare al mondo degli adulti;
  • omologarsi ad un gruppo;
  • affermarsi come "adulto";
  • riaffermare la propria indipendenza;
  • imitare qualcun altro;
  • perdere peso.

La psicoanalisi ha poi messo in evidenza aspetti inconsci insiti nell'atto del fumo, descritto come "sintomo orale", indice di una regressione all'infanzia. In particolare, esso rievoca un modo in cui la madre era solita gratificare il bambino, placando la sua ansia con del cibo. Altri studi equiparano il fumo ad un modo di "tener dentro" aspirazioni e desideri, una sorta di risposta alla frustrazione.

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Bongani Ngcobo/unsplash

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Vero è che il tabacco era conosciuto ed utilizzato da molte culture ancestrali, che tuttavia lo ritenevano una pianta sacra: di conseguenza vi ricorrevano in occasioni cerimoniali, per sfruttarne gli effetti positivi sul cervello – stimolazione della memoria, velocizzazione del pensiero e stabilizzazione dell'umore. Oggi, invece, nelle società moderne il tabacco è un bene di consumo, che – come tutti gli altri – più si usa e meglio è; anzi, data la sua capacità di generare dipendenza, è piuttosto remunerativo per le aziende che lo commercializzano. 

Una cosa è certa: quando le motivazioni psicologiche che portano a fumare scompaiono, si riesce a superare la dipendenza da nicotina piuttosto facilmente. Provare – a smettere – per credere ;)

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