Amare i propri figli significa lasciare che facciano i loro errori

di Laura Gagliardi

27 Gennaio 2019

Amare i propri figli significa lasciare che facciano i loro errori
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Facile dare consigli sull'educazione ai genitori finché si è dall'altra parte del campo; ma quando si diventa mamme e papà, ci si rende conto che la difficoltà maggiore sta nel dover conciliare questo amore sconfinato ed incondizionato con la necessità di essere rigidi ed imporre regole e limiti.

Allora succede spesso che i genitori intervengano in aiuto dei loro pargoli, cercando di facilitar loro le cose; in realtà in quei momenti in cui agiscono al posto dei figli non percepiscono che li stanno indebolendo. Infatti il modo migliore di amare i propri figli è renderli autonomi, anche a costo di numerose cadute e delusioni.

via psicoadvisor.com

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 Bruno Nascimento/unsplash

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Il termine "educare" deriva dal latino educĕre, che significa "tirar fuori" – perfetta sintesi del ruolo di genitori. Il compito di mamma e papà è quello di aiutare i figli a "tirar fuori" la propria personalità; ma per poter crearne una e conoscersi, i bambini devono esplorare il mondo che li circonda. Solo facendo esperienza diretta potranno scoprire le proprie capacità, le proprie debolezze, forze e paure; bisogna pertanto permettere ai figli di sbagliare. Attraverso il fallimento apprenderanno non solo la strada giusta, ma anche e soprattutto a rialzarsi, gestendo la propria frustrazione e, in generale, la propria dimensione emotiva. 

I genitori, pertanto, non possono che accompagnare i propri figli, vigilando affinché queste esperienze avvengano in modalità sicure, fino a quando i bambini cresceranno abbastanza da essere consapevoli dei rischi che li circondano. Un genitore non può che essere accanto al figlio nei suoi momenti di bisogno, ma aspettando che sia il figlio a chiederne l'aiuto, poiché egli deve imparare a rialzarsi da solo.

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 Danielle MacInnes/unsplash

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Un'azione educativa efficace prevede comprensione, sostegno e limiti ben definiti: non si può pretendere di scegliere al loro posto, perché i figli non sono l'idea che i genitori ne hanno, ma persone a sé, con proprie inclinazioni, opinioni e preferenze. Solo loro possono sapere come meglio realizzare se stessi; e, solo una volta che i genitori abbiano compreso questa distinzione fondamentale, saranno in grado di ascoltarli veramente ed aiutarli ad intraprendere la strada che essi stessi hanno scelto.

Bisogna evitare quindi di creare un legame simbiotico, in cui il figlio sente la responsabilità di dover realizzare i sogni che i genitori hanno in mente per lui. Allo stesso modo, i genitori devono essere pronti ad affrontare liti e discussioni con i figli adolescenti, poiché essi necessitano di punti di riferimento fermi: non si può essere "amici" dei figli perché si ha paura di perderne l'amore imponendo le regole di casa. Ricordatevi che la vostra fermezza sarà loro utile, e che da adulti la apprezzeranno più di ogni altro atteggiamento permissivo.

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