Si reca a Chernobyl e mangia mele contaminate per un motivo ben preciso. Cosa ne pensi?

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di Claudia Melucci

04 Agosto 2016

Si reca a Chernobyl e mangia mele contaminate per un motivo ben preciso. Cosa ne pensi?
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Gli scienziati hanno stimato un tempo pari a 20.000 anni per poter tornare ad abitare la città di Chernobyl ed i luoghi circostanti. È questo il tempo necessario per far decadere tutti gli elementi radioattivi. Nonostante i divieti e la sorveglianza che impediscono di valicare il confine della zona di esclusione, quella ad oggi maggiormente pericolosa, curiosi, turisti e scienziati si avventurano per le strade della città desolata. 

Tra questi c'è Bionerd32, una donna dall'identità anonima, che negli ultimi anni ha visitato la centrale nucleare, ha mangiato mele radioattive dagli alberi e si è fatta pungere da formiche contaminate. La sua risposta? "È più probabile che prenda un tumore facendo il bagno nel mare o entrando in un ospedale". 

via dailymail.co.uk

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La donna condivide i video girati nella città di Chernobyl sul suo canale Youtube in cui si possono trovare anche altri filmati dei suoi esperimenti imprudenti.

La donna condivide i video girati nella città di Chernobyl sul suo canale Youtube in cui si possono trovare anche altri filmati dei suoi esperimenti imprudenti.

In uno di questi la donna si versa sulla mano sprovvista di qualunque dispositivo di protezione, mercurio liquido paragonando il danno provocato all'organismo pari a quello conseguente all'accensione di una sigaretta.

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In un filmato la donna mangia una mela colta direttamente dall'albero, in una località vicina alla centrale.

In un filmato la donna mangia una mela colta direttamente dall'albero, in una località vicina alla centrale.

Successivamente ha condiviso il risultato degli studi condotti sul frutto: dall'analisi dello spettrometro a raggi gamma è risultato un picco di Cesio 137, isotopo radioattivo sottoprodotto della fissione nucleare delle centrali.

Non si è mostrata spaventata o agitata: la sua convinzione è che siamo sottoposti inconsapevolmente ogni giorno a radiazioni di uguale intensità se non maggiori.

"Prima raggiungevo questi posti per studiare le radiazioni, adesso lo faccio solo per amore".

"Prima raggiungevo questi posti per studiare le radiazioni, adesso lo faccio solo per amore".

I luoghi rimasti immutati dal momento dell'evacuazione esercitano un fascino non indifferente. Bionerd32 ha finito per amare questa città: una 'capsula del tempo' la definisce. Qui il tempo non scorre più da quando è esploso il reattore.

"Chi non ha visitato questi posti non può capire fino in fondo: molti pensano che io sia pazza".

Questa foto è stata scattata ai piedi del sistema radar situato nel cuore della zona di esclusione di Chernobyl.

Questa foto è stata scattata ai piedi del sistema radar situato nel cuore della zona di esclusione di Chernobyl.

A tutti coloro che considerano le sue azioni imprudenti e folli, Bionerd risponde di aver ricevuto molte più radiazioni durante la permanenza i ospedale. "Se mai dovessi riscontrare un tumore molto probabilmente è da ricondurre ai trattamenti ospedalieri, piuttosto che alle mie visite nella zona di esclusione".

Si muove sempre in compagnia dei suoi dispositivi di misurazione delle radiazioni: grazie ai dati raccolti in giro per il mondo, può affermare la falsa pericolosità della città di Chernobyl.

Si muove sempre in compagnia dei suoi dispositivi di misurazione delle radiazioni: grazie ai dati raccolti in giro per il mondo, può affermare la falsa pericolosità della città di Chernobyl.
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Nella città il pericolo più minaccioso sono i palazzi fatiscenti che potrebbero crollare da un momento all'altro.

Nella città il pericolo più minaccioso sono i palazzi fatiscenti che potrebbero crollare da un momento all'altro.

Se le viene chiesta la sua esperienza più negativa durante i viaggi nella zona di esclusione, risponderà raccontando il giorno in cui si è ritrovata faccia a faccia con una volpe rabbiosa.

Se le viene chiesta la sua esperienza più negativa durante i viaggi nella zona di esclusione, risponderà raccontando il giorno in cui si è ritrovata faccia a faccia con una volpe rabbiosa.

Secondo la giovane scienziata la rabbia uccide 50.000 persone nel mondo ogni anno: più di quante ne abbia fatte perire l'esplosione del reattore di Chernobyl in 30 anni. Lo spavento preso nel vedere una volpe a 2 metri di distanza è stata una risposta razionale.

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L'intenzione della scienziata non è quella di riaccendere i riflettori sul disastro nucleare, ma di far comprendere che viviamo in un mondo altamente radioattivo, in ogni suo angolo.

L'intenzione della scienziata non è quella di riaccendere i riflettori sul disastro nucleare, ma di far comprendere che viviamo in un mondo altamente radioattivo, in ogni suo angolo.

Una verità nascosta dal silenzio e dalla distorsione delle informazioni: non è di Chernobyl che dovete aver paura, ma dei posti che frequentate ogni giorno. 

Ecco il video della donna in cui mangia mele contaminate e la spiegazione dei risultati ottenuti nel suo laboratorio.

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