Infermiera mette in scena un finto scontro con pistole giocattolo per far sorridere un bambino malato

di Federica Fiorentino

20 Luglio 2021

Infermiera mette in scena un finto scontro con pistole giocattolo per far sorridere un bambino malato
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Ci sono persone che possono essere definite come angeli scesi sulla Terra. Sono quelle persone che addolciscono il mondo e che riescono a rendere migliori le vite degli altri, soprattutto quando i momenti difficili prendono il sopravvento e il mondo sembra una gigantesca trappola, un labirinto dal quale risulta estremamente difficile uscire.

Di momenti difficili ne ha passati Levi Krystosek, un bambino di 11 anni nato con una patologia rara diagnosticata molto più tardi dalla sua nascita di cui al momento sono stati documentati solo 30 casi a livello mondiale: la condrodisplasia metafisaria di tipo Jansen. I suoi sintomi mandarono in totale confusione i medici, che per i primi mesi di vita del bambino non riuscirono a trovare una risposta che potesse spiegare le sue condizioni.

via Instagram / Little Levi

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Quando i medici riuscirono a dare un nome alla sua malattia (circa un anno più tardi dalla sua nascita), non diedero molte speranze ai genitori, che nel frattempo se ne presero cura nei limiti del possibile, nutrendolo ogni due ore per aiutarlo ad aumentare la sua forza. Straordinariamente, però, il lato combattente del piccolo Levi si fece valere fin da subito ed ebbe la meglio, facendolo sopravvivere e sconfiggendo ogni altra aspettativa.

Le condizioni in cui versa Levi sono estremamente delicate. La condrodisplasia metafisaria di tipo Jansen è una forma di nanismo, nonché una malattia degenerativa molto rara che colpisce le ossa. I malati affetti da questa patologia sono riconoscibili già dalla nascita, perché i neonati in questione, oltre ad avere braccia e gambe molto corte e una bassa statura, possono anche presentare anomalie facciali e ulteriori malformazioni scheletriche. Inoltre, durante l’infanzia, le articolazioni dei bambini che ne sono affetti iniziano a mostrare un progressivo irrigidimento e gonfiore, l’andatura è ondeggiante e la posizione è accovacciata. Per la sua bassa statura, l’11enne viene definito “Piccolo Levi”.

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Nonostante il dolore sia uno dei sintomi della malattia, Levi riesce a vivere una vita serena e tranquilla, raramente si lamenta del suo dolore perché la maggior parte delle volte riesce a tollerarlo.

Il coraggio di Levi è straordinario, ma nonostante affronti la sua malattia dignitosamente, non può svolgere quelle normali attività che per gli altri bambini risultano semplici, come giocare con gli altri bambini, fare sport o semplicemente saltare, perché per lui può essere molto pericoloso. Di conseguenza, date le sue condizioni, il piccolo Levi è costretto a frequentare costantemente gli ospedali.

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Per lavorare negli ospedali, il più delle volte, non basta saper fare bene il proprio lavoro, perché è importante saper coltivare anche un forte senso di empatia nei confronti dei propri pazienti. Essere dotati di un lato umano compassionevole per dare conforto a chi sta affrontando una battaglia molto dura diventa un requisito fondamentale. Un bellissimo esempio è quello dell’infermiera Rachel dell'A.l. duPont Hospital for Children, a Wilmington, nel Delaware (ospedale in cui il piccolo Levi stava affrontando una delle sue sessioni di riabilitazione). Non è mai facile vedere un bambino lottare per la propria vita in un letto d’ospedale e Rachel sapeva benissimo quanto la vita fosse stata dura per Levi.

Commossa dalla sua storia, la giovane infermiera decise di fare qualcosa per strappargli un sorriso, allietando la sua giornata e addolcendo quel clima un po’ pesante che si respira solitamente in una stanza d’ospedale. Rachel decise così di regalargli una pistola Nerf (una pistola giocattolo) e di dare il via ad una divertentissima battaglia tra loro due. La reazione di Levi è stata così divertente tanto da strappare un sorriso a chiunque guardi il video fatto dalla madre, che ha immortalato quel momento per ricordarlo per sempre.

Questa storia è una bellissima dimostrazione che non servono grandi imprese per rendere qualcuno felice. A volte basta semplicemente un gesto per migliorare la vita di qualcuno, grande o piccolo che sia.

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