Un postino spese 33 anni della sua vita a costruire un palazzo fiabesco con la forza delle sue sole mani

di Marta Mastrogiovanni

24 Aprile 2021

Un postino spese 33 anni della sua vita a costruire un palazzo fiabesco con la forza delle sue sole mani
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I nostri genitori e i nostri migliori insegnanti ci hanno sempre esortato a raggiungere e superare i nostri obiettivi, sostenendo che si possa aspirare anche "all'impossibile". Forti di questa idea, abbiamo lavorato, studiato e progettato di diventare le persone che siamo oggi: avvocati, medici, illustratori, architetti, postini, impiegati, banchieri, ecc... Ognuno ha scelto quello che voleva essere, in base alle proprie propensioni. Ferdinand Cheval, però, fece molto di più nella sua lunga vita da postino: costruì un palazzo monumentale con la sola forza delle sue braccia! Un uomo povero e nemmeno particolarmente istruito che, dopo aver raccolto una pietra dalla forma singolare, ebbe la stravagante idea di iniziare a collezionarne molte altre. Per 33 lunghi anni lavorò come postino di giorno e come "architetto" improvvisato di notte, nel tentativo di mettere a punto il suo strano progetto: il "Palais idéal", ovvero "il palazzo ideale". Il risultato che ottenne fu a dir poco incredibile, a dimostrazione del fatto che "niente è impossibile"!

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Ferdinand Cheval, meglio conosciuto come "il postino Cheval", nacque in Francia a Châteauneuf-de-Galaure nel 1836, da una famiglia di contadini. Di umili origini, trovò lavoro come postino nel 1867, quando ancora non sapeva cosa avrebbe realizzato con le sue stesse mani. Qualche anno più tardi, infatti, trovò una pietra in un fiume - una pietra dalla forma talmente singolare che l'uomo ebbe un'idea alquanto bizzarra: costruire un palazzo fiabesco e monumentale. Cheval, come già detto, non aveva alcun tipo di nozione architettonica o artistica, ma ciò non lo fermò dal realizzare il suo fantasioso progetto grazie alla sola forza di volontà: "Nulla è impossibile al volenteroso" era il motto di questo strano e straordinario personaggio. 

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Armato di carriola, cazzuola e una tonnellata di pietre raccolte negli anni, il postino Cheval iniziò la sua impresa avvalendosi soltanto della forza delle sue braccia. Possiamo definire Cheval il prototipo perfetto dell'autodidatta: privo di qualsiasi nozione, costruì il suo palazzo basandosi molto sulle cartoline illustrate che consegnava di giorno facendo il postino. Il risultato fu un mix esplosivo degli stili artistici più disparati che Cheval tentò in un certo senso di imitare. Il suo Palazzo Ideale ricorda un po' il lavoro di Gaudì in Spagna, nella Sagrada Familia, un'opera che però Cheval non vide mai, in quanto non viaggiò mai al di fuori del suo Paese.

Facebook / Palais idéal du facteur Cheval

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Il suo Palazzo Ideale, comunque, non è un vero e proprio palazzo - non ci sono stanze o corridoi, ma semplicemente grotte, cripte e labirinti che servono esclusivamente a mantenere in piedi la complicata struttura di quella che faremmo meglio a definire come un'opera d'arte. Osservando il monumento si fa davvero molta fatica ad immaginare che possa essere stato eretto da un singolo uomo. Si tratta, infatti, di una struttura lunga circa 26 metri, larga 14 metri e alta 10! Grazie ad un'iscrizione lasciata da Cheval stesso, sappiamo che il volenteroso postino impiegò 33 anni della sua vita a completare questo lavoro, ovvero, qualcosa come 93.000 ore di lavoro.

Facebook / Palais idéal du facteur Cheval

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Osservando più da vicino la sua opera d'arte, scopriamo che nel mix di stili artistici e architettonici, Cheval ha riproposto davvero un po' di tutto: guglie, riferimenti a pagode cinesi, templi indù, presenza di colonne, statue e persino scritte che tappezzano tutta la struttura. Sulla sinistra, quasi come se stessero facendo la guardia al suo palazzo, troviamo tre colossi alti 10 metri. Sono rispettivamente Vercingetorige, il difensore della Gallia, Cesare, il conquistatore della Gallia, e Archimede, l'inventore. Inoltre, all'interno di una delle numerose nicchie, Cheval ha murato la carriola che ha utilizzato per tutta la costruzione del palazzo.

Facebook / Palais idéal du facteur Cheval

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Un vero esempio di architettura naïf, che all'epoca non ricevette subito il meritato successo. Mentre era in vita, infatti, il postino Cheval veniva preso per lo più per il matto del villaggio, sempre alle prese con situazioni improbabili come questa. Prima di morire, però, ricevette i complimenti da illustri artisti, come Pablo Picasso e Max Ernst. Oggi, il Palais idéal è visitabile e rappresenta una meta turistica molto ambita.

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Il postino Cheval avrebbe voluto essere sepolto all'interno del suo palazzo, in una cripta, ma non ricevette mai il lasciapassare delle autorità, così decise di costruirsi un mausoleo nel cimitero di Hauterives, sempre con le sue stesse mani. Impiegò altri 8 anni a metterlo in piedi e oggi la sua salma riposa in quel logo, sotto la scritta "Tombeau du silence et du repos sans fin", ovvero "Tomba del silenzio e del riposo senza fine". 

Facebook / Palais idéal du facteur Cheval

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Non è chiaro il motivo per cui Cheval impiegò gran parte della sua vita a costruire questa grande opera d'arte, probabilmente fu semplicemente colto da un'ispirazione fortissima. Per la maggior parte del tempo fu talmente incompreso, che in Francia nacque persino un modo di dire sul suo conto, non proprio lusinghiero: "fare come il postino Cheval", ovvero dilungarsi, affaticarsi e perdere tempo in cose inutili. Beh, se tutte le nostre perdite di tempo dessero risultati del genere, il mondo sarebbe ancora più ricco di opere d'arte meravigliose!

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