Il figlio autistico non ha amici: il papà addolorato racconta il punto di vista del suo bambino "speciale"

di Marta Mastrogiovanni

23 Giugno 2020

Il figlio autistico non ha amici: il papà addolorato racconta il punto di vista del suo bambino "speciale"
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Essere genitori non è semplice, ma riuscire a fare del proprio meglio con un bambino che soffre di autismo può essere ancora più impegnativo. Ognuno ha i propri bisogni e la propria personalità, ma spesso i bambini che risultano attuare comportamenti che ricadono nello spettro dell'autismo sono quelli che hanno, ad esempio, più difficoltà ad interagire con gli altri e a fare amicizia.

A questo papà gli si è spezzato il cuore quando ha letto una delle risposte che il figlio autistico di 11 anni, Christopher, aveva dato a una delle domande del questionario che gli avevano dato in classe.

via Dailyrecord

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"Alcuni dei miei migliori amici sono...": nessuno

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Facebook

Quando il papà di Christopher, Bob Cornelius, ha letto quella risposta, si è sentito colpito al cuore perché, come ogni genitore, vorrebbe il meglio per suo figlio. Sapere che il suo bambino, Christopher, non ha nessun amico, lo ha scosso a tal punto da voler raccontare la storia sui social. Ogni bambino al mondo merita di avere degli amici e di passare un'infanzia che sia il più felice possibile: la consapevolezza del piccolo Christopher, sul fatto di non avere amici, ha gettato il papà in uno stato di profonda tristezza. Dopo aver fatto la foto di quel simpatico questionario, Bob si è accorto di quella risposta soltanto una volta tornato a casa e ha deciso di chiedere "aiuto" su Facebook, tramite un emozionante post.

Christopher ha un fratello che, nel corso degli anni, ha invitato più volte i suoi amici a dormire a casa e questa cosa non è certo passata inosservata. Il fratellino autistico, un giorno, ha chiesto al papà se poteva anche lui invitare qualcuno a dormire, ma alla domanda: "Certo..chi vorresti invitare?", il piccolo Christopher non ha mai saputo rispondere, perché non ha mai avuto un amico.

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Pubblicato da Behavior Education Services Team su Lunedì 26 settembre 2016

Bob ha gettato per iscritto i suoi pensieri su questa vicenda, muovendo i cuori di tante persone; un po' come accade quando storie del genere finiscono sotto i riflettori, anche Christopher ora sta ricevendo un affetto immenso da parte di tutto il mondo. Grazie alla presa di posizione di un padre, ora un bambino non sarà più costretto a pranzare da solo o a giocare da solo. Ma dove erano tutti quei bambini prima che la storia diventasse virale? Ovviamente non è colpa loro se nel corso degli anni hanno "lasciato indietro" bambini come Christopher, piuttosto sono gli insegnanti e i genitori che dovrebbero sottolineare l'importanza dell'interazione. Christopher, e gli altri bambini che, come lui, soffrono di autismo, comprendono benissimo la loro difficoltà; le emozioni che derivano da questa consapevolezza sono assolutamente reali e sono per lo più legate ad un profondo senso di tristezza e solitudine. Chi è così crudele da far provare emozioni del genere a un bambino?

La soluzione pronta non esiste, probabilmente, ma l'unica cosa che un papà come Bob può fare in questi casi è spronare genitori e insegnanti a parlare ai proprio figli e studenti di questo tipo di problema. Non potendo attuare una soluzione pratica, Bob deve affidare le sue speranze alla compassione degli altri: un mondo basato sull'inclusione è l'unica scelta giusta per non lasciare indietro nessuno.

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