Essere disordinati può significare avere una mente sana e creativa: parola di una ricerca scientifica

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di Lorenzo Mattia Nespoli

07 Novembre 2019

Essere disordinati può significare avere una mente sana e creativa: parola di una ricerca scientifica
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Quante volte, da piccoli e non solo, abbiamo ricevuto critiche dai genitori sul disordine che spesso invadeva le nostre stanze? In molti abbiamo vissuto situazioni di lamentele ed esortazioni a rendere gli ambienti un po' più sistemati, alle quali spesso, tuttavia, non sono seguiti grandi cambiamenti.

E non si tratta solo di "problemi" di gioventù: tantissimi adulti sono inguaribilmente disordinati, così come tanti altri cercano tutti i giorni di educare i loro figli a una maggiore organizzazione. 

Siamo proprio sicuri, tuttavia, che il disordine e il caos siano sempre e comunque caratteristiche da vedere in chiave negativa? La risposta è no, a giudicare da diversi studi sul tema, che arrivano a definire la tendenza al disordine addirittura come un indicatore di buona salute psicofisica. Vediamo.

via Independent

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Pixabay

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È ovvio che gli ambienti in cui tutti i giorni ci troviamo abbiano un effetto sul nostro benessere. Seguendo questo principio, in teoria, una stanza ordinata dovrebbe corrispondere a una maggiore tranquillità e a un buon equilibrio. Tuttavia, secondo uno studio effettuato dai ricercatori dell'Università del Minnesota, non è sempre così.

Prestare un'attenzione eccessiva e maniacale alla pulizia, all'ordine e alla sistemazione di spazi e oggetti può, secondo la ricerca in questione, condurre a disagi e "manie", che possono arrivare a limitare il benessere psicofisico.

Chi, invece, quotidianamente convive e si trova a suo agio con un ambiente più o meno caotico, potrebbe semplicemente non vivere quest'ansia dell'ordine, sapendo che, proprio da quel caos, trarrà ispirazione, creatività e non un bisogno "compulsivo" di riordinare.

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Jimee, Jackie, Tom & Asha/Flickr

Jimee, Jackie, Tom & Asha/Flickr

Si tratta, in definitiva, di rimanere o meno in balìa di schemi ripetitivi di comportamento, nonché di ambienti eccessivamente asettici, ordinati e organizzati che, a lungo andare, possono ottenere l'effetto contrario e provocare disagio.

Più disordine, secondo la ricerca dell'ateneo statunitense, può quindi significare meno ansia e, allo stesso tempo, più fantasia: indicatori di un buono stato psicofisico. 

Ciò non significa, però, che, forti di queste convinzioni, si debba necessariamente e sempre vivere nel caos più incontrollato. Un po' di organizzazione, unita alla necessità di prepararsi e fare ordine, può tornare sempre utile in molte situazioni. Tutto ciò, semplicemente, non deve trasformarsi in una dipendenza. Un po' di "disordine costruttivo", quindi, potrebbe tornarci utile per cercare di allontanare preoccupazioni, ansie e nervosismi, di cui già siamo fin troppo pieni.

woodleywonderworks/Flickr

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