L'incoraggiamento stimola, la critica distrugge

di Marta Mastrogiovanni

15 Giugno 2019

L'incoraggiamento stimola, la critica distrugge
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Siamo dell'opinione che nella vita bisogna sempre porsi come obiettivo quello di migliorare se stessi ― anche quando sentiamo di essere giunti ad un traguardo importante, abbiamo il dovere di continuare a fare di meglio. Cambiare se stessi non è facile e di certo non avviene da un giorno all'altro, ma dobbiamo tenere alta la nostra motivazione nel cercare il miglioramento, perché cercare di migliorarsi vuol dire anche mettersi in discussione: un aspetto fondamentale se vogliamo vivere in armonia con persone a volte molto diverse da noi. Per cambiare, comunque, occorre scegliere un approccio, il quale potrà essere basato sull'incremento dei nostri punti di forza oppure sulla correzione delle nostre debolezze.

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Unsplash

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Un approccio basato sui punti di forza sarà incentrato nell'individuare i nostri "talenti più nascosti", mentre quello basato sulla correzione dei difetti si concentrerà maggiormente su un lavoro individuale. L'approccio basato sui punti di forza sembra essere quello più indicato. Perché? Beh, innanzitutto non possiamo ignorare il nostro talento: dobbiamo svilupparlo e moltiplicarlo se vogliamo vivere il più felici possibili. Inoltre, già in passato questo tipo di approccio ha dato risultati decisamente più convincenti rispetto a quello il cui focus erano principalmente le critiche.

Nel 1925 la ricercatrice Elizabeth Hurlock condusse uno studio su un gruppo di studenti: il suo obiettivo era quello di spingere gli studenti a migliorare il proprio rendimento scolastico. Parte di questi studenti, di fronte all'errore, ricevette degli incoraggiamenti positivi e fu spronata a fare di meglio; un'altra parte, invece, ricevette soltanto delle aspre critiche per gli errori commessi nel test. I risultati non lasciarono spazio all'immaginazione.

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Pixabay

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Tra gli studenti che erano stati criticati, soltanto il 19% migliorò il proprio rendimento scolastico nel corso dell'anno, mentre tra gli studenti che avevano ricevuto degli incoraggiamenti, ben il 71% riuscì a migliorare i propri risultati!

Non si tratta di un unico caso isolato, numerose ricerche hanno confermato questa tendenza e le motivazioni principali sono dovute al fatto che partire dai punti di forza permette di mettersi alla prova rispettando la propria autostima e anche l'autoefficacia, ossia la percezione che abbiamo di essere capaci di fare o diventare qualcosa. Nel processo di apprendimento, infatti, è l'intelligenza emotiva a giocare un ruolo fondamentale!

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