A volte diciamo di essere stanchi, ma la realtà è che siamo tristi

di Laura Gagliardi

01 Febbraio 2019

A volte diciamo di essere stanchi, ma la realtà è che siamo tristi
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Talvolta capitano giorni in cui ci si sente perennemente stanchi, ed ogni gesto ci sembra essere più pesante;come per riflesso, anche le giornate ci appaiono spente, prive di significato. Possiamo andare dal dottore per cercarne la causa organica, immaginando una mancanza di vitamine o una patologia, ma senza rilevare niente fuori dalla norma.

Comprendiamo allora che si tratta di tristezza: quando questa ci invade, infatti, la concepiamo come qualcosa di patologico da cui doverci liberare quanto prima.

Eppure, non esistono farmaci che possano mandarla via; fintantoché questa emozione non si estende nel tempo interferendo con la nostra vita, la tristezza – da non confondere con la depressione – rappresenta un'opportunità per crescere come persone.

via lamenteesmaravillosa.com

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 Kyle Broad/unsplash

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Il nostro stato emotivo è regolato dal cervello: in particolare, è l'amigdala ad indurci questa sensazione di inattività e stanchezza fisica. Un calo d'energia che ha un chiaro scopo: quello di favorire l'introspezione. In quei casi, infatti, il cervello ci suggerisce che è arrivato il momento di fermarsi a riflettere su certi aspetti della nostra vita, che probabilmente dobbiamo cambiare.

Pertanto, è indispensabile prestare attenzione a questa emozione, perché ci segnala un malessere che, se ignorato, può nel tempo trasformarsi in un problema molto più difficile da gestire e risolvere.

Lungi dal disprezzarla, la tristezza ha tre virtù che dobbiamo imparare a riconoscere ed accettare: vediamo quali.

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 Ben White/unsplash

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  • 1. È un avvertimento. La perdita di energia, la stanchezza e la mancanza di risorse mentali sono solo i sintomi di un disagio che attiene alla necessità di cambiare qualcosa nella nostra vita: dobbiamo capire cosa, riflettendo.
  • 2. È il risultato di un rifiuto. A volte, per quanto la ragione continui a sussurrarcelo, ci intestardiamo a non volerla ascoltare, e a non accettare il fatto di dover cambiare qualcosa – un rapporto, il lavoro, etc.
  • 3. È un istinto di conservazione. La tristezza, attraverso la stanchezza, si invita a prenderci una pausa, allontanandosi dal trambusto quotidiano per comprendere cosa c'è che non va nella nostra vita. Solo rispondendo a questo appello del corpo possiamo salvaguardare la nostra autostima ed integrità mentale.

Il cambiamento nella vita è inevitabile e sano: prima lo accettiamo ed impariamo a riconoscerne i segnali, meglio potremo godere della nostra esistenza.

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