Parlare da soli ad alta voce è un meccanismo che ci aiuta ad individuare gli oggetti che non troviamo attorno a noi

di Laura Gagliardi

15 Ottobre 2018

Parlare da soli ad alta voce è un meccanismo che ci aiuta ad individuare gli oggetti che non troviamo attorno a noi
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Vi è mai capitato di vedere in giro per strada o nei supermercati delle persone pensare ad alta voce? Ebbene, per quanto possano sembrano fuori di testa, in realtà, non lo sono ed è un recente studio statunitense a provarlo. Secondo gli psicologi Gary Lupyan e Daniel Swingley, infatti, sono gli individui più intelligenti a dare sfogo ai loro pensieri in pubblico. Albert Einstein è un esempio per ricordare che dietro questa pratica poco usuale, si nasconde un genio.

via sas.upenn.edu

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Lo studio americano Self-directed speech affects visual search performance, pubblicato sulla rivista "The Quarterly Journal of Experimental Psychology" nel 2011, ha sfatato una credenza comune, secondo cui le persone che pensano ad alta voce hanno qualche rotellina fuori posto. Infatti, le ricerche dei due psicologi hanno l'obiettivo di saperne di più sugli effetti di questa riflessione esteriore sui processi visivi, che vengono usati da questi individui per cercare degli obiettivi specifici.

Ad esempio, quando un soggetto cerca una penna sulla scrivania, pronuncia ad alta voce il nome per memorizzarlo e facilitarne la ricerca, senza esserne consapevole. Questo meccanismo aiuta questi individui a rafforzare l'associazione tra l'aspetto astratto del nome dell'oggetto e quello visivo, materiale.

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Gli psicologi Gary Lupyan e Daniel Swingley hanno chiesto a 22 studenti universitari di cercare del pane o una mela in un supermercato. Il risultato è stato che coloro che hanno ricordato a voce alta la parola dell'alimento da ricercare, l'hanno trovato più velocemente di quelli che non lo hanno fatto. Questo risultato si spiega perché le informazioni date ai ragazzi passano dalla sfera percettiva o concettuale dell'oggetto a quella del codice linguistico, per poi ripartire da quella linguistica a quella non-verbale della rappresentazione concettuale del pane o della mela.

In poche parole, il nostro cervello funziona per processi di associazione visiva e verbale, e questo apparentemente laborioso meccanismo ci aiuta a riordinare le idee, a calmare i nervi e a focalizzare meglio la nostra attenzione. Attenzione, però, tutto ciò funziona solo se conosciamo la natura dell'oggetto che si stiamo cercando proprio perché attiviamo tutti questi ingranaggi.

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Insomma, sarebbe buona pratica esercitare pian piano la nostra mente a pensare ad alta voce per rafforzare i nostri processi cognitivi. In fondo, se gli studiosi dicono che non è da folli, perché non farlo?

Source: https://www.sas.upenn.edu/~swingley/papers/lupyanSwingley_qjep11.pdf

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