Ecco perché le persone intelligenti tendono a trascorrere più tempo da sole

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di Marco Renzi

11 Ottobre 2018

Ecco perché le persone intelligenti tendono a trascorrere più tempo da sole
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È possibile essere felici in base al numero di relazione sociali che intratteniamo? A quanto pare sì, o almeno questo è quello che ci raccontano i ricercatori Kanazawa e Li, autori dello studio intitolato "Country roads, take me home… to my friends: How intelligence, population density, and friendship affect modern happiness" pubblicato sul «British Journal of Psychology». Nello studio di affronta la Teoria della Felicità della Savana, dove la socializzazione è proporzionata al proprio quoziente intellettivo.

via bigthink.com

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Le società umane sono in continua evoluzione e si adattano a ogni nuovo cambiamento epocale (clima, globalizzazione, Web). Quello dei rapporti interpersonali non è un'eccezione. Infatti, nonostante l'interazione con l'altro faccia parte del codice genetico di ognuno di noi, con il passare dei secoli ciascuno ha un approccio diverso alla sfera sociale. Infatti, secondo i due studiosi, esistono individui più o meno socievoli in base alla propria intelligenza e, di conseguenza, maggiormente soddisfatti o non della propria vita. La teoria di Kanazawa e Li stabilisce che le persone con un quoziente intellettivo superiore alla media preferiscono di gran lunga avere pochi amici o rimanere da soli per essere felici.

Le loro conclusioni sono frutto dell'analisi di un campione di risposte di 15.000 partecipanti tra i 18 e i 28 anni a un sondaggio nazionale. Secondo i dati raccolti, la felicità degli individui si può misurare in proporzione all'ambiente dove si vive e al numero di interazioni sociali che si intrattengono, e nel caso dei più intelligenti i numeri parlano chiaro: meno relazioni con gli altri, più soddisfazione della propria vita. Ma come è possibile questo? I due ricercatori sostengono che l'aspetto sociale in alcuni individui è cambiato nel corso dell'evoluzione delle società umane poiché assume ogni volta un connotato diverso rispetto al passato. Infatti, se una volta bisognava "fare gioco di squadra" per sopravvivere, ad esempio nella caccia di un animale per procurarsi del cibo, oggi non è più così. Se si è intelligenti, si ha già tutto quello che occorre per vivere felici e soddisfatti questa vita, senza dover contare su qualcuno. Insomma, il più forte può fare a meno degli altri, ma è veramente così? È possibile vivere da soli? Nell'era dei social viene da pensare che, forse, le persone più intelligenti facciano più fatica di altre a trovare qualcuno di affine alla propria personalità e che quindi, piuttosto che sentirsi costrette a frequentare degli individui poco compatibili, preferiscano la solitudine. Insomma... meglio soli che male accompagnati!

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