Genitori cacciano di casa il figlio adottivo quando ne arriva uno tutto loro: "non mi volevano più"

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di Isabella Ripoli

19 Maggio 2022

Genitori cacciano di casa il figlio adottivo quando ne arriva uno tutto loro: "non mi volevano più"
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Le adozioni sono sempre un argomento molto delicato e percorsi difficili da portare avanti. In alcuni casi, tutto l'iter segue una strada lineare e continua, mentre in altri le cose si complicano e, in particolare per i bambini, si aprono capitoli difficili della propria esistenza. Esattamente quanto accaduto al ragazzo di cui stiamo per parlarvi.

A oggi è un giovane 30enne di successo, ma il suo passato non è stato dei migliori, soprattutto per quanto riguarda proprio la sfera legata alla sua adozione. Conosciamo insieme la sua storia. 

via Karlos Dillar

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Karlos Dillard è un brillante avvocato e autore che, prima di raggiungere la fama, ha attraversato momenti molto difficili. Uno di questi, che ha caratterizzato la maggior parte dei primi anni di vita, riguarda l'affidamento e l'adozione. 

Nato a Detroit da genitori umili, il protagonista di questa storia ha vissuto momenti brutti e traumatici durante l'infanzia. La mancanza di soldi e di stabilità hanno favorito l'ingresso di Karlos e dei suoi 4 fratelli nel sistema delle adozioni. Da lì, secondo quanto racconta il giovane in varie interviste, non c'è stato un solo attimo di pace per lui, almeno fino a quando non ha raggiunto un'età matura. 

"Sono stati anni molto duri per me. Da quando i servizi sociali mi hanno preso sotto la loro custodia, sono stato affidato a circa 30 famiglie diverse. - racconta Karlos - Io ero un bambino particolare, lo ammetto. Le vicissitudini della mia giovane vita mi avevano creato dei traumi che si ripercuotevano sul mio comportamento e questo non è andato bene a tanti dei miei genitori adottivi". 

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Thinking about my mommy today. Even with all of her flaws and mistakes in life she always apologized and found a way to...

Pubblicato da Karlos Dillard su Mercoledì 2 settembre 2020

Dai racconti del giovane uomo trapela tutto il dolore provato e, allo stesso tempo, la necessità di trovare un appiglio, un'ancora di salvezza che avrebbe fermato il vortice nel quale si trovava. All'età di 8 anni sembrava proprio che questo appiglio fosse arrivato.

Una famiglia per lui, due genitori pronti a prendersi cura di un bambino sfortunato e a dargli tutto l'affetto necessario, peccato che le cose non siano andate proprio per il verso giusto. Per la coppia di genitori adottivi la decisione era arrivata in seguito a un trauma legato all'impossibilità di avere bambini. La cosa, ovviamente, ha avuto ripercussione sul rapporto con Karlos e ha favorito un atteggiamento negativo nei suoi confronti. Comportamento che si è acuito quando, qualche anno dopo, la mamma adottiva è riuscita a concepire un bambino e si è distaccata completamente dal nostro protagonista. 

"All'età di 15 anni mi hanno detto che non mi volevano più e mi hanno cacciato di casa. - racconta Karlos - Avevano il loro bambino biologico e io ero gay, un affronto per due genitori religiosi e conservatori. Così ho iniziato di nuovo a vagare da una casa all'altra e da un divano all'altro. Ma, nonostante tutto, non mi sono arreso e ho continuato a vivere, a studiare e ho trovato pian piano la mia strada e il mio compagno Kristopher". 

Grazie all'aiuto di suo marito, Karlos è riuscito a mettersi in contatto con la madre biologica e con i suoi fratelli. Tutto ciò che aveva vissuto negli anni era dovuto anche a errori della madre, ma sono riusciti a chiarire tutto e a ritrovare una serenità smarrita tanti anni prima. Purtroppo, però, dopo pochi anni, la mamma e la sorella sono venute a mancare e lui ha perso per una seconda volta due persone molto importanti. Ma, anche in questo caso, non si è lasciato abbattere, anzi, ha fatto qualcosa anche per gli altri.

Karlos Dillard

Karlos Dillard

Per evitare che altri bambini potessero vivere situazioni simili alla sua, ha raccolto le sue memorie in un libroWards of the State: A Memoir of Foster Care, in cui parla della sua esperienza e dà suggerimenti a futuri genitori adottivi su cosa fare o meno con un bambino in affidamento. 

"Per me è stata dura, ma voglio raccontarmi per dare speranza e illuminare il cammino di qualcun altro. - ha dichiarato Karlos - Spero che chiunque, assistenti sociali e genitori adottivi, capiscano che è fondamentale prima di tutto ascoltare i bambini. Sono loro a trovarsi in un momento di difficoltà e le loro parole, i loro comportamenti, non sono altro che piccole e innocue richieste di aiuto da non sottovalutare mai". 

Complimenti alla forza e al coraggio dimostrati da questo ragazzo e, soprattutto, grazie per aver sottolineato quanto sia importante non darsi mai per vinti. 

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