Il gestore di un supermercato approfitta dell'emergenza Coronavirus e aumenta i prezzi fino al 200%

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di Lorenzo Mattia Nespoli

26 Marzo 2020

Il gestore di un supermercato approfitta dell'emergenza Coronavirus e aumenta i prezzi fino al 200%
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È nei momenti più difficili che l'uomo, spesso, riesce a dare il meglio di sé, ma purtroppo anche il peggio. Lo stiamo imparando da quello che il mondo sta vivendo a causa del Coronavirus, un periodo decisamente complicato in cui, a fianco di manifestazioni di generosità, altruismo, coraggio e dedizione, si verificano purtroppo tanti piccoli-grandi episodi vergognosi, che lasciano davvero l'amaro in bocca. 

Non potremmo descrivere altrimenti ciò che ha fatto un negoziante che a Favria, in provincia di Torino, ha deciso che la situazione di emergenza sanitaria da Covid-19 fosse l'occasione perfetta per speculare sui prezzi in maniera spudorata e indiscriminata.

via Torino Today

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Pexels

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Aumenti fino al 200%, in un momento in cui le persone, spinte dalla necessità di uscire di casa il meno possibile, approfittano della spesa per fare scorte di cibo. Per il gestore del supermercato - appartenente alla catena Conad - il Coronavirus è stata la scusa perfetta per portare avanti un enorme rialzo dei prezzi, a tutto vantaggio suo e a grandissimo svantaggio dei consumatori.

I prezzi di pane, olio, frutta, caffè e tanti altri prodotti di necessità sono stati, in molti casi, più che raddoppiati rispetto ai prezzi delle offerte dettate da Conad. Un chilo di arance arrivava a costare, ad esempio, 2,89 euro invece che 1,30; una bottiglia d'olio da 3,59 euro passava a 5,45, e così via. Qualora un cliente avesse voluto fare un confronto con le offerte della catena, non avrebbe potuto, perché dal punto vendita era stato rimosso qualsiasi volantino.

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Studio Incendo/Flickr

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L'imbroglio è stato scoperto dalla Guardia di Finanza, che ha accertato le discrepanze tra i prezzi suggeriti e quelli effettivamente applicati sugli scontrini. Il gestore del supermercato è stato così denunciato per manovre speculative sulle merci, peraltro prodotti di prima necessità da garantire in modo capillare dato anche il momento che l'Italia sta vivendo. Rischia ora una sanzione fino a 25mila euro e tre anni di reclusione.

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