Un bambino obbediente non sempre è un bambino felice

di marika

18 Agosto 2019

Un bambino obbediente non sempre è un bambino felice
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Nell’educazione delle nuove generazioni esistono concetti e strategie molto differenti tra loro che tuttavia possono essere confuse, più o meno volutamente, perché mirano ad ottenere gli stessi effetti, sebbene con percorsi e metodi diversi. Si può ottenere di essere ascoltati da un bambino sia essendo autoritari che autorevoli, salvo che nel primo caso ci si concentra solo sul risultato, senza pensare al prezzo che il piccolo paga in termini di benessere e sano sviluppo della personalità.

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Non sempre il bambino più tranquillo ed obbediente nella stanza è anche il più felice, anzi a volte la sua eccessiva condiscendenza, remissività e docilità sono sintomi di qualcosa che troppo a lungo è stato represso e bloccato. Allevare dei figli è un compito molto difficile e complesso, in cui spesso e volentieri si sbaglia, ma teoricamente non dovrebbe contemplare il fallimento. Molti genitori esagerano per difetto, dando troppa libertà e mostrandosi estremamente permissivi, senza mostrare quali sono i limiti e i confini tra ciò che è giusto o sbagliato, fra quello che è permesso o proibito.

Allo spettro opposto vi sono poi le madri e i padri troppo severi, che cercano unicamente l’obbedienza, convinti che questa sia la strada giusta per crescere dei bambini in grado di comportarsi correttamente. C’è però una grande differenza tra l’obbedienza cieca e l’obbedienza intelligente. La prima è immotivata, consta solo in una manifestazione di potere, nell’ostentazione di un ruolo e di regole che non vanno né discusse né comprese. La seconda è frutto di dialogo e di comunicazione, è un processo che mira a far capire al bambino la ragione del dover assumere determinati atteggiamenti in particolari situazioni, così che egli si senta protagonista attivo nel suo cammino verso l’età adulta.

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Pexels

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L’obbedienza cieca è una scorciatoia molto seducente, perché più facile e dagli effetti più rapidi. L’obbedienza intelligente impone maggiore impegno emotivo, empatia, anche scontro, ed è sicuramente più “stancante”. A parità di investimento, sia di tempo che di risorse emotive, la seconda tuttavia ripaga ampiamente, in quanto l’individuo, che naturalmente introverso o estroverso, può esprimersi completamente, e la sua personalità può emergere liberamente senza essere soffocata.

I bambini, anche quelli più piccoli, hanno la capacità di comprendere il perché di specifiche indicazioni, anzi, desiderano saperlo proprio perché sono affamati di informazioni. L’obbedienza intelligente contempla anche le fasi di ribellione, che sono essenziali per costruire il proprio carattere. Questo tipo di educazione produce individui più sani e sereni, perché non cresciuti nella paura ma interiorizzando e metabolizzando le regole del vivere sociale.

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