Non riusciamo più ad amare le persone, le usiamo come oggetti: benvenuti nell'era del "consumismo relazionale"

di Davide Bert

29 Aprile 2019

Non riusciamo più ad amare le persone, le usiamo come oggetti: benvenuti nell'era del "consumismo relazionale"
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Una volta le cose non si buttavano si aggiustavano, oggi si compra, si usa, si getta. Ci si circonda di ciò che non serve e si dà via quello che potrebbe essere ancora utile, si acquista tanto, si spreca troppo. Questo modello di comportamento sta condizionando e inquinando purtroppo anche la sfera dei rapporti sociali, creando interazioni futili e superficiali. Gli affetti sono diventanti oggetti e si è inaugurata ormai l’era del "consumismo relazionale".

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Difficile spiegare la ragione perché complesso è comprendere il motivo di tutto ciò. Non esiste un solo fattore verso cui puntare il dito, non c’è un cattivo a cui dare la colpa, è un complesso di elementi che nel tempo hanno portato gli individui a trasformarsi in ciò che sono oggi. Merito dei social network? Delle dinamiche veloci e inarrestabili della tecnologia digitale? Certo questi strumenti hanno dato il loro contributo, ma in fin dei conti sempre di “strumenti” si tratta. Qualunque invenzione può avere un impatto sulla realtà in base all’uso che ne viene fatto.

Forse in alcuni il germe del consumismo relazionale c’è sempre stato e le nuove risorse evolute hanno solo permesso di farlo sbocciare e venire alla luce. Sta di fatto che è sempre più difficile riuscire a costruire amicizie o amori importanti, che non possano essere intercambiabili, sostituibili con “modelli più nuovi”. Qualcuno attribuisce questa tendenza all’insicurezza dilagante, alla percezione comune di un passato dalle radici fragili e di un futuro sempre più oscuro e nebuloso. In assenza di certezze perché mai scomodarsi a mettere in piedi qualcosa di duraturo? Tanto tutto è destinato a svanire da un momento all’altro.

 

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Uno dei peggiori effetti collaterali del consumismo relazionale è l’immaturità emotiva ed affettiva. La paura di soffrire, di perdere tempo ed energie, fa scappare davanti ad ogni minima difficoltà, impedendo agli individui di fare esperienze fondamentali. Per crescere bisogna passare anche attraverso crisi, conflitti e delusioni, facendo introspezione, imparando a gestire i propri sentimenti e a perdonare.

In una società simile non esiste più nessun vero scambio o arricchimento tra persone, con il risultato che si è tutti più egocentrici, intolleranti, infantili, insomma peggiori. La soluzione potrebbe essere consumare di meno e vivere di più una vita un po’ più povera di oggetti e più ricca di affetti.

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