Franca Viola fu la prima donna a rifiutare il matrimonio riparatore: il suo coraggio ha cambiato la storia

di Laura Gagliardi

13 Marzo 2019

Franca Viola fu la prima donna a rifiutare il matrimonio riparatore: il suo coraggio ha cambiato la storia
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Il nome di Franca Viola rappresenta una pietra miliare nell'affermazione dei diritti delle donne in Italia, poiché la sua storia segna uno spartiacque fondamentale nell'evoluzione del diritto in questo ambito.

Prima di lei e degli ignobili eventi di cui fu vittima, coloro che commettevano violenze nei confronti di una donna nubile ed illibata erano protetti dalla possibilità del matrimonio riparatore, che lo sottraeva a processo e pena detentiva; un escamotage frutto di una società patriarcale e maschilista, in cui lo stupro stesso era considerato un reato contro la morale, e non contro la persona.

Un sistema che Franca sfidò e vinse, segnando una tappa fondamentale nel processo di emancipazione femminile.

via Franca Viola/Wikipedia

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ignoto/wikimedia

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All'epoca dei fatti, Franca Viola era una semplice ragazza di 15 anni, bellissima e dall'aria dolce ed innocente, fidanzata con Filippo Melodia, nipote del mafioso Vincenzo Rimi e membro di una delle famiglie più ricche di Alcamo, provincia di Trapani. Tutto ha inizio quando Franca, non felice di questo fidanzamento, lascia Filippo: questi non accetta di essere respinto e reagisce dando fuoco al vigneto e al casolare dei Viola, e minacciando con una pistola il padre di Franca, Bernardo, che non però non cede e difende la scelta della figlia. Sebbene arrestato, Filippo non abbandona il suo piano di vendetta, che mette in atto una volta uscito di prigione.

È il 26 dicembre 1965 quando Filippo con l'aiuto di dodici amici fa irruzione in casa dei Viola, distruggendo tutto e rapendo Franca ed il fratellino di 8 anni che non voleva staccarsi da lei. Il bambino viene subito liberato, ma Franca resta nelle mani dei suoi aguzzini per otto drammatici giorni, durante i quali subisce ogni tipo di violenza.

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Il primo gennaio 1966 quando Filippo contatta il padre di Franca per fissare un incontro con le due famiglie e risolvere la situazione attraverso, ovviamente, il matrimonio riparatore. Bernardo Viola finge di accettare, solo per far liberare Franca ed arrestare Filippo: infatti Franca, appoggiata dalla sua famiglia, rifiuta queste nozze, infrangendo la consuetudine del tempo e i giudizi del paese, che consideravano una donna violentata e non sposata una "svergognata", e l'onore della sua famiglia compromesso irrimediabilmente.

Non fu semplice per i Viola: durante il processo Franca fu denigrata, accusata, ma rimase salda nei suoi propositi, sostenuta dal padre, che lotto con lei contro la stampa, la legge, il paese e l'Italia intera; ed infine vinsero. La sua storia diede inizio ad un processo che portò alla fine del matrimonio riparatore ed al riconoscimento dello stupro quale reato contro la persona, nel 1996.

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Nel 1968 Franca si sposò poi con Giuseppe Ruisi, un suo amico d'infanzia: per le nozze si congratularono il Presidente della Repubblica Giuseppe Saragat, e Papa Paolo VI che li ricevette in udienza privata. Inoltre il Ministro dei Trasporti di allora, Oscar Luigi Scalfaro, fece loro un regalo di nozze: un biglietto per viaggiare su qualsiasi tratta ferroviaria del paese per un mese. Franca e Giuseppe ebbero due figli ed oggi vivono ancora in Sicilia, ad Alcamo.

Nel 2014 Franca è stata insignita dell'onorificenza di Grande Ufficiale dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano; allora dichiarò che "Non fu un gesto coraggioso. Ho fatto solo quello che mi sentivo di fare, come farebbe oggi una qualsiasi ragazza: ho ascoltato il mio cuore, il resto è venuto da sé. Oggi consiglio ai giovani di seguire i loro sentimenti; non è difficile. Io l’ho fatto in una Sicilia molto diversa; loro possono farlo guardando semplicemente nei loro cuori".

A nome di tutte le donne in Italia non possiamo che dire, dal profondo del cuore: Grazie mille, Franca!

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