La storia del fiammifero e della candela che non voleva bruciare ci invita ad una bellissima riflessione

di Laura Gagliardi

13 Gennaio 2019

La storia del fiammifero e della candela che non voleva bruciare ci invita ad una bellissima riflessione
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Concentrati a raggiungere i nostri obiettivi, spesso ci chiudiamo, e non siamo disposti a concedere più nulla agli altri, per il timore che ciò possa distrarre tempo e risorse dalla nostra realizzazione personale.

Invece, dimentichiamo che se gli obiettivi sono importanti per potersi mettere in moto, il viaggio per raggiungerli è spesso più importante della meta: da esso dipende infatti la nostra crescita.

E questa può avvenire solo nel segno della condivisione e dell'amore, come ci ricorda la favola del fiammifero e della candela.

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C'era una volta una giovane candela, felice e spensierata, finché un giorno volle sapere a cosa serviva il filo bianco che le spuntava dalla testa. "Per essere accesa", le rispose una vecchia candela, rivelandole che si trattava di qualcosa di molto doloroso.

Dopo qualche tempo, le si avvicinò un fiammifero e così parlò alla giovane candela: "Oggi ti accenderò". Ed ella, spaventata: "Oh no, povera me, se mi accenderai la mia vita finirà presto: non farmi questa cattiveria!"

Così il fiammifero le chiese: "Quindi preferisci trascorrere i tuoi giorni dura e fredda, senza mai brillare?". Allora la candela domandò: "Ma per brillare mi devi per forza bruciare? Ciò mi farà male, condannandomi alla fine". 

Il fiammifero spiegò: "Hai ragione, ma questa è la nostra missione: essere luce. Io, in quanto fiammifero, posso fare poco – la mia fiamma è piccola e la mia esistenza breve – ma se ti passerò il fuoco avrò raggiunto lo scopo della mia esistenza. Tu sei una candela, e il tuo obiettivo è brillare." E continuò : "Il tuo dolore e la tua energia si trasformeranno in luce e calore per un po' di tempo."

Fu allora che la candela comprese, e senza esitare disse al fiammifero: "Accendimi, sono pronta!". E così fu luce.

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