Mamma si confessa: "avere un figlio è stato l'errore più grande della mia vita"

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di Isabella Ripoli

13 Marzo 2024

Mamma si confessa: "avere un figlio è stato l'errore più grande della mia vita"
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Quando si sta per diventare genitori si pensa che tutto sarà rose e fiori, non si sta nella pelle all'idea di conoscere il proprio piccolo e di fare tantissime attività insieme a lui. Parlando, leggendo e confrontandosi, si sa che la strada sarà in salita, soprattutto nei primi anni, ma la gioia di sapere che un altro esserino entrerà nella propria vita sembra sempre prendere il sopravvento. 

In realtà non è così per tutti, ma ci sono tante donna che, con l'arrivo della maternità, subiscono una brutta battuta d'arresto.

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Cos'è la depressione post partum

Cos'è la depressione post partum

kenan zhang/Pexels

La depressioni post partum non è una cosa da sottovalutare, al contrario. È un frangente nella vita di una donna caratterizzato da sbalzi d'umore, pianti improvvisi, ma soprattutto da uno strano rapporto con il proprio bambino. I sensi di colpa nei suoi confronti sono tantissimi e attanagliano la mente della neo mamma, per cui non si sentirà in grado di badare a lui, lo riterrà responsabile delle sue "perdite" e non vorrebbe quasi saperne niente. 

Una descrizione molto stringata che non abbraccia tutte le sfaccettature di simile condizione, ma ci fa capire quanto possa essere grave. Nell'attimo in cui si notano determinati atteggiamenti da parte della mamma, stati d'animo particolari, sentimenti negativi e apatia nei confronti del piccolo, sarebbe bene rivolgersi immediatamente a uno specialista per far rientrare la situazione, scongiurando il peggio. 

In simili circostanze emotive e psichiche si è trovata l'autrice di un post pubblicato su internet. La donna si è sfogata rispetto alla sua maternità.

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La triste confessione di una donna

La triste confessione di una donna

Sarah Chai/Pexels

"Avere un figlio è stato l'errore più grande della mia vita" - così si legge nel messaggio e queste poche parole riassumono un profondo senso di inadeguatezza. Mamma di un piccolo di tre mesi, l'autrice si è confessata ad altri utenti del web, raccontando di come si sia sentita "spodestata" della sua stessa vita.

"Diventare mamma mi ha tolto ogni grammo di gioia - ha raccontato - non mi interessa più nulla, non mangio, non dormo, non ho una vita sociale, non ho una vita di coppia, non riesco a fare niente. Odio tutto e tutti e passo le mie giornate ad ascoltarlo che piange e urla. Ho lottato tanto per uscire da questa situazione e credevo di avercela fatta, ma poi sono caduta nel baratro - ha continuato - Mio marito lavora tanto per mantenerci e fa quel che può, e di notte deve dormire per ricaricarsi, così dopo poco ricomincia il mio turno. Il bimbo ha 7 mesi, mi guardo intorno e non riesco ad apprezzare nulla, sono stufa della mia stessa esistenza". 

Parole sincere e allarmanti che hanno messo sull'attenti le persone.

Un messaggio preoccupante

In molti si sono mobilitati per aiutarla e hanno segnalato il post come "preoccupante", in modo che la faccenda non passasse sotto silenzio. E se l'autrice si aspettava solo insulti e di essere etichettata come una "pessima mamma", ha trovato invece appoggio e comprensione. Tante altre donne hanno confessato di aver avuto le stesse difficoltà, di aver messo in discussione tutto, di non riuscire ad apprezzare quanto di più bello ci potesse essere nella maternità e nella vita in generale, finché non hanno chiesto aiuto. 

"Il percorso verso l'accettazione della maternità non è facile - scrive una persona - lo dico perché ci sono passata, ma devi chiedere aiuto, altrimenti non ne uscirai. Io l'ho fatto e poi ho finalmente apprezzato il mio bambino e desiderato di avere il secondo"

Insomma, non lasciarsi andare del tutto, ma chiedere assistenza è il modo migliore per reagire alla negatività che può sopraggiungere nonostante la bellezza di una nascita. Sottovalutare la faccenda per timore di essere considerati cattivi genitori, non è certo la soluzione giusta. Le problematiche vanno affrontate e risolte, e già "confessarsi" è stato un modo per chiedere aiuto.

"Mi avete aiutata"

"Mi avete aiutata"

Ryutaro Tsukata/Pexels

In alcuni aggiornamenti al messaggio originale, infatti, l'autrice ha ringraziato i numerosi consigli ricevuti e fatto presente di aver iniziato un percorso verso la "guarigione". Ma soprattutto, ha apprezzato il fatto che non sia stata subito giudicata, ma ascoltata, compresa e assistita.

È questo che dovrebbe accadere sempre. Puntare il dito non è mai la soluzione, ma tendere la mano si. Che ne dici?

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