Non crede nel "lavoro da casa" e chiede a tutti i dipendenti di tornare in ufficio: loro si licenziano

di Marta Mastrogiovanni

07 Giugno 2022

Non crede nel "lavoro da casa" e chiede a tutti i dipendenti di tornare in ufficio: loro si licenziano
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Sebbene vi siano pro e contro riguardanti il lavoro da casa, come in tantissime altre cose, è innegabile che questo modo di svolgere la propria attività abbia giovato, spesso e volentieri, sia ai dipendenti che alle aziende. Il risparmio in termini di tempo e denaro è davvero incredibile per entrambi: l'azienda non deve più preoccuparsi di pagare l'affitto degli uffici o saldare le bollette dei vari consumi, mentre i dipendenti possono risparmiare sulla benzina e sui trasporti e, magari, possono finalmente decidere di avere un cane o un gatto che, di certo, non rimarrà mai solo durante il giorno. Eppure, c'è ancora chi fa resistenza a questo modo intelligente di lavorare e pretende di tornare in presenza. Un uomo si è sfogato in un post Twitter, proprio dopo aver conosciuto il suo "nuovo capo di lavoro".

via Twitter / dontAtttttMe

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La pandemia di Covid-19 ci ha costretto a rimodellare le nostre abitudini e anche sul lavoro i cambiamenti non sono mancati: tante aziende hanno potuto sfruttare l'opzione dello smartworking senza diminuire la loro produttività, - anzi, incrementandola nella maggior parte dei casi. In tante parti del mondo il lavoro da casa era già una realtà ben consolidata da prima della pandemia, mentre altrove si è dovuto superare a forza il preconcetto che "lavorando da casa non si produce abbastanza". In ogni caso, lavorare da casa è tuttora consentito da tantissime aziende, soprattutto dopo due anni di pandemia, in cui le dinamiche lavorative sono state collaudate e difficilmente si potrebbe pretendere di "tornare indietro" ad una realtà in presenza, a meno che non sia una libera scelta del lavoratore. 

Un utente si è sfogato su Twitter dopo aver conosciuto il suo nuovo capo. Questo signore ha voluto che tutti i suoi dipendenti tornassero a lavorare in ufficio, cinque giorni alla settimana. "Non ho mai visto tante lettere di dimissioni in tutta la mia vita" ha commentato l'utente sui social.

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Sono stati in molti a rispondere al post descrivendo i vari benefici che il lavorare da casa può produrre, sia in termini di produttività che di denaro. C'è chi ha scritto chiaramente che nella propria città è quasi impossibile sopravvivere al costo dei trasporti pubblici: "Le spese per gli spostamenti giornalieri a Londra dovrebbero già essere di per sé un buon motivo per non andare a lavorare in presenza". Altri hanno condiviso la propria esperienza nell'essere tornati a lavorare in presenza soltanto 2-3 volte al mese, sottolineandone l'inutilità e i continui problemi che ne derivano.

Pexels / Not the actual photo

Pexels / Not the actual photo

C'è anche l'altra faccia della medaglia, naturalmente, accompagnata da tanti commenti a favore del ritorno in presenza sul posto di lavoro: molti sostengono che lo smartworking riduca la produttività dei dipendenti (e in alcuni casi è assolutamente innegabile) e che i sostenitori del lavoro da casa vogliano semplicemente essere pagati "per non fare nulla".

Voi che opinione vi siete fatti su questo argomento? Condividetela nei commenti!

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