I bimbi rischiano di subire i traumi della quarantena più di tutti: mai come ora il ruolo degli adulti è basilare

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di Lorenzo Mattia Nespoli

29 Marzo 2020

I bimbi rischiano di subire i traumi della quarantena più di tutti: mai come ora il ruolo degli adulti è basilare
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La situazione di isolamento che buona parte del mondo sta vivendo a causa della pandemia di Coronavirus non è facile perché limita le azioni quotidiane e costringe a modificare le abitudini. La quarantena, in un momento così delicato è da un lato una misura necessaria e irrinunciabile, ma dall'altro diventa una condizione che, per tante persone, rischia di causare disagi forti, aggiungendo problemi ad altri problemi.

Se per un adulto può essere più semplice accettare un cambiamento, per un bambino la cosa è molto più complicata. Chiusi in casa da un giorno all'altro, i piccoli di tantissime famiglie hanno di certo subito un trauma, che rischia di far sentire per lungo tempo le sue conseguenze. Per questo, in tutto il mondo, stanno crescendo le preoccupazioni di genitori, educatori e docenti in merito a un disagio sempre crescente, del quale è bene essere consapevoli e fare del nostro meglio per rendere più leggera la quarantena di molti bambini.

via Unicef

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Se già per un bambino in condizioni di salute normali l'isolamento domestico è difficile, diventa sicuramente maggiore nei tanti casi di bimbi disabili, con disturbi comportamentali o dello sviluppo, o per quelli che vivono in realtà economiche disagevoli. I casi di situazioni complesse sono molti, ed è quantomai necessario tenerne conto.

Sebbene molti genitori, a casa, cerchino di intrattenere al meglio i più piccoli, con attività che possano stimolare la loro creatività, la fantasia e l'apprendimento, non è sempre così scontato che tali sforzi producano risultati. Bambini e ragazzi rischiano di trascorrere tanto, troppo tempo davanti a schermi di tv e dispositivi elettronici, a tutto svantaggio della loro salute fisica e mentale.

Non poter vedere amici, insegnanti, compagni di scuola o di sport è una situazione che, almeno in tempi recenti, nessun bambino ha mai vissuto, ed è per questo che non sappiamo quali conseguenze avrà tutto ciò sul loro sviluppo. I genitori e i familiari che, in questi giorni, sono in casa con i bambini, hanno la responsabilità e il dovere di dare una mano ai più piccoli con tutti gli strumenti e gli atteggiamenti possibili. Non è facile, certo, ma servirà a non creare in loro problemi che potrebbero poi ripercuotersi sul futuro.

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La Società Italiana per lo Studio dello Stress Traumatico (SISST), a questo proposito, consiglia a tutti gli adulti in casa con i bimbi di limitare il più possibile il tempo che trascorrono davanti ai media, alla tv o ai social network, tutti strumenti che possono diventare portatori di emozioni negative.

Le attività manuali, da fare insieme ai più grandi, sono importanti per ingannare il tempo e, sebbene non sia sempre possibile, è bene provare a proporle. La situazione relativa alla pandemia da Covid-19, poi, andrebbe spiegata con chiarezza ai piccoli, ma ovviamente senza esagerare in allarmismi o catastrofismi. Piuttosto, può tornare utile integrare l'esperienza con altre già vissute o condivise, e insistere sulla necessità di rispettare le regole per il bene di tutti.

Oltre a ciò che mamme, papà e altri parenti possono fare, è importante che le istituzioni - e in primis quelle scolastiche - facciano del loro meglio per coinvolgere tutti nelle attività da svolgere quotidianamente, in modo che nessuno si senta escluso, diverso o confuso, nemmeno per problemi fisici o economici.

greg westfall/Flickr

greg westfall/Flickr

Solo con un reale impegno da parte di tutti si potrà dire che l'emergenza del Coronavirus è stata affrontata al meglio, nella speranza che presto, nelle strade, nelle scuole e nei parchi di tutto il mondo i bimbi possano tornare a correre, a giocare, a crescere.

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