Secondo questa ricerca, una settimana lavorativa di 3 giorni sarebbe ottimale dopo i 40 anni

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di Marco Renzi

13 Novembre 2018

Secondo questa ricerca, una settimana lavorativa di 3 giorni sarebbe ottimale dopo i 40 anni
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Anche se le leggi sull'impiego possono variare molto a seconda dello stato di residenza e dell'azienda, la vita della stragrande maggioranza delle persone è di solito occupata principalmente dal lavoro, precisamente per una quantità di ore che si aggira sulle 40 a settimana. Questo, lo sappiamo bene, lascia ben poco spazio agli interessi personali e agli affetti, poiché nel tempo libero bisogna spesso occuparsi della casa, delle commissioni e degli imprevisti.

Se anche voi pensate che questa quantità di ore sia davvero troppo limitata, adesso la scienza sembra darvi ragione: pare che lavorare 25-30 ore sia l'ideale, soprattutto dopo i 40 anni.

via bbc.com

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Questa ricerca è stata condotta nel 2016 dall'Institute of Applied Economics and Social Research dell'Università di Melbourne, in Australia. I ricercatori hanno analizzato un campione di 3.500 donne e 3.000 uomini sottoponendoli a test cognitivi che comprendevano la lettura ad alta voce, contare numeri in avanti e indietro, fare associazioni tra lettere e numeri in pochi secondi.

Analizzando le performance, i ricercatori sono arrivati alla conclusione che 3 giorni lavorativi alla settimana sono utili per preservare le funzioni cognitive, permettendo di fatto al lavoratore di essere più produttivo. Il tempo che viene "perso" riducendo l'orario, viene infatti guadagnato attraverso la produttività, poiché un lavoratore meno stressato e stanco sarà più creativo e concentrato.

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pexels

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Ovviamente non vi stiamo consigliando di stampare questo articolo e di portarlo al vostro capo, anche perché non crediamo che accetterebbe di darvi due giorni liberi a settimana a partire da domani; però questo dato può esservi utile a prendere una decisione lavorativa, nel caso vi si proponga di prolungare l'orario o magari mettere dei turni extra nel weekend.

Lavorare per più tempo non significa necessariamente lavorare di più, è la qualità che conta. E la qualità dipende, oltre che dalle competenze, anche dalla freschezza mentale, dalla volontà e dalla passione per il lavoro. Tutte cose che un lavoratore stressato o eccessivamente sotto pressione non può di certo avere.

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