Cambiano tavolo per non stare vicini a un bambino Down: il cameriere si rifiuta di servirli

di Giulia Bertoni

21 Agosto 2017

Cambiano tavolo per non stare vicini a un bambino Down: il cameriere si rifiuta di servirli
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Questa mamma di nome Kim Castillo era solita andare a mangiare fuori solo in ristoranti in cui il figlio Milo, affetto dalla sindrome di Down, era ben conosciuto da tutti. In una delle sue visite, però, questo non è bastato a tenerlo al riparo da un episodio di discriminazione come purtroppo se ne sentono in giro: una famiglia seduta al tavolo accanto a loro si è spostata per non dover consumare il proprio pasto vicino a lui. A quel punto è intervenuto il cameriere.

via today.com

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Il piccolo Milo, che ha 5 anni, è conosciuto da tutti i camerieri del ristorante Laurenzo' Prime Rib in Texas.

Il piccolo Milo, che ha 5 anni, è conosciuto da tutti i camerieri del ristorante Laurenzo' Prime Rib in Texas.

Fra questi camerieri, quel giorno a gestire quella parte di sala era Michael Garcia, impiegato lì da due anni.
Milo era emozionato perché era da poco passato il suo compleanno e stava raccontando come lo aveva trascorso. "Forse ha parlato a voce alta in quel frangente, ma nulla di esagerato e nulla di peggio di ciò che stavano facendo le persone sedute agli altri tavoli", ha raccontato la mamma.
Dieci minuti dopo il loro arrivo, però, la famiglia seduta di fronte a loro si è alzata e si è spostata in un altro lato della sala. Nessuno ci aveva fatto caso, ma poi Garcia ha sentito cosa stavano dicendo.

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"I miei sentimenti personali hanno preso il sopravvento".

"I miei sentimenti personali hanno preso il sopravvento".

Uno degli uomini al tavolo ha detto: "I bambini con bisogni speciali dovrebbero essere speciali... Altrove". Nel sentire queste parole, il cameriere si è detto incredulo: "Non potevo credere che una persona adulta stesse dicendo quelle cose davanti a dei bambini". A quel punto Garcia si è rivolto a lui dicendogli che non poteva servirlo. "Milo è un angelo. Ha solo 5 anni, non può essere discriminato per aver parlato a voce alta come farebbe un qualsiasi altro bambino della sua età, e di sicuro non ha chiesto di venire al mondo con la sindrome di Down".

La famiglia che si era allontanata dal tavolo se n'è andata poco dopo: forse il ristorante avrà perso dei clienti ma il proprietario, che conosce Milo e la sua famiglia da anni, ha appoggiato in tutto e per tutto la sua decisione. "Sono felice che qualcuno abbia voluto difendere un altro essere umano", ha commentato Kim Castillo.

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