Trova un cellulare in terra e vuole restituirlo, ma alla fine viene denunciato per furto

di Marta Mastrogiovanni

24 Febbraio 2022

Trova un cellulare in terra e vuole restituirlo, ma alla fine viene denunciato per furto
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Più andiamo avanti e meno ci si fida del prossimo: tutti dubitiamo dell'onestà di chi ci circonda e anche quando sembrano esserci eventi positivi o atti di gentilezza, storciamo il naso perché ci sembra assurdo che possa esistere la gentilezza disinteressata. Speriamo tanto che queste persone siano la minoranza, ma la storia che stiamo per raccontarvi dimostra esattamente l'opposto. Un muratore di 41 anni ha raccolto un cellulare in strada con l'intenzione di restituirlo al suo legittimo proprietario; l'uomo non si sarebbe mai aspettato di ritrovarsi per questo accusato di furto. È accaduto in Italia, nella città di Firenze, e ora l'uomo rischia un processo dopo essere stato denunciato per furto.

via Tg24

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Pexels / Not the actual photo

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Una storia che ha del paradossale: un uomo onesto voleva restituire un cellulare, ma alla fine si è ritrovato accusato ingiustamente. Ioan è il muratore rumeno di 41 anni che si è trovato per caso in questa situazione. La mattina, mentre andava al lavoro, ha notato un cellulare in terra e ha deciso di raccoglierlo per restituirlo al legittimo proprietario. Lo smartphone, però, era bloccato e, non conoscendo la password, Ioan non poteva certo accedervi per capire a chi restituirlo o, semplicemente, chiamare un contatto del proprietario.

La storia raccontata direttamente dalle parole di Ioan: "Stavo andando a lavoro, quando ho visto un cellulare per terra, in mezzo alla strada. Mi son detto: 'Magari ci passa sopra un'auto e lo spacca. Capitasse a me girerebbero le scatole'. Così l'ho preso, lasciandolo acceso in attesa della chiamata del proprietario. Mi ha chiamato qualche ora dopo, ma è venuto con la polizia. Mi ha denunciato per furto e ora rischio il processo".

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L'operaio era andato al lavoro quella mattina e aspettava la telefonata del proprietario. La prima chiamata è arrivata dopo un'ora, mentre Ioan stava lavorando; alla seconda, l'operaio non si è lasciato sfuggire il momento e ha subito risposto. Peccato, però, che il legittimo proprietario abbia pensato subito al furto e si sia presentato da Ioan con la polizia al suo fianco. "Ma appena ho messo piede fuori ho visto che insieme a lui c’erano due poliziotti" ha raccontato Ioan, continuando: "'È lui! È lui!', ha iniziato a gridare il ragazzo. Poi ha cominciato a dire che gli avevo rubato il telefono la sera prima in un bar, dove io non ero neanche stato". Ioan si è difeso, sostenendo anche che non avrebbe mai risposto al telefono se le sue intenzioni fossero state quelle di rubare il cellulare, ma il ragazzo non ha voluto sapere ragioni, accusando l'operaio non solo di essere un ladro, ma di essere stato anche "stupido" ad agire così.

"Io ho sbagliato a non andare subito alla polizia a denunciare il ritrovamento del telefono, ma non sono un ladro. E non sono stupido. Sono un fiorentino onesto e vorrei che almeno questo mi fosse riconosciuto" ha concluso Ioan a sua difesa.

È triste pensare che un gesto di premura sia stato interpretato malamente come un volersene approfittare. I fraintendimenti ci saranno sempre, ma non è meglio risolverli anziché giungere subito a conclusioni magari errate?

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