"Quello che ho e quello che non ho": una nonna invia una lettera ad una rivista rivelando di sentirsi molto sola

di Simone Fabriziani

25 Settembre 2019

"Quello che ho e quello che non ho": una nonna invia una lettera ad una rivista rivelando di sentirsi molto sola
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Se la giovinezza ci porta a crescere, a maturare, a saper creare delle amicizie e dei legami forti che durino per tutta la vita, quando diventiamo anziani le cose non sono esattamente così. Molto spesso le persone appartenenti alla terza età vivono una grandissima solitudine che in taluni casi può diventare sintomo di forte depressione. Se da giovani si può combattere la tristezza uscendo e facendo altro, da vecchi non si hanno più le forze per cambiare la nostra vita. 

via ABC

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A far riflettere sulla condizione di solitudine della anzianità ci ha pensato una lettera pubblicata da Pilar Fernendez Sanchez su un giornale locale  e che poi ha fatto il giro del web quando è stata ripubblicata e diffusa dall'utente Aner Gondra su Twitter. La lettera ha il titolo di "Quello che ho e quello che non ho".

Nella lettera Pilar racconta di avere 82 anni, 4 figlio, 11 nipoti e 2 bisnipoti, ma che raramente la vengono a trovare. Vive in un appartamento di 12 metri quadrati e si intrattiene soltanto passando il tempo giocando a sudoku. Pilar ha nostalgia del passato, quando i nipoti erano più piccoli e venivano a casa sua a passare il tempo con i genitori, e lei preparava cibi prelibati per i suoi adorati nipotini. Tutto questo ora non esiste più per Pilar.

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Public Domain Pictures

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Secondo le parole della lettera, adesso la donna di 82 anni svolge terapia occupazionale e aiuta le persone anziane come lei nelle faccende quotidiane, anche se non si affeziona facilmente, perché scompaiono molto spesso e con troppa facilità. Tutto ciò che le rimane della famiglia numerosa che possiede sono le foto che tiene sul davanzale a casa, monito che le famiglie si creano per per avere un domani con i figli, affinché questi possano ripagare i propri genitori del tempo che hanno trascorso ad educarli.

Una lettera molto forte, che non fa altro che scuotere le coscienze di tutti quei figli adulti che, per una ragione o per l'altra, hanno abbandonato i propri genitori anziani al loro triste destino di solitudine.

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