La mamma va a scuola a trovare il figlio ma scopre che gli insegnanti lo umiliano davanti a tutti per un motivo ridicolo

di Davide Bert

31 Maggio 2019

La mamma va a scuola a trovare il figlio ma scopre che gli insegnanti lo umiliano davanti a tutti per un motivo ridicolo
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Sono lontani i tempi in cui gli scolari un po’ svogliati venivano puniti facendogli indossare il cappello con le orecchie d’asino per suscitare l’ilarità e la derisione dei compagni. Nel tempo però queste consuetudini “barbare” non si sono estinte anzi a volte la situazione è addirittura peggiorata. Si è passati dal costringere i bambini a stare in piedi dietro la lavagna, a girare il banco verso la finestra o in casi estremi a subire vere e proprie mortificazioni.

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A denunciare l’inadeguatezza dei metodi didattici è Nicole Garloff, madre di un bambino di 6 anni di nome Hunter, che ha scoperto per puro caso quello che gli insegnanti costringevano il proprio figlio a subire. Lo scorso 2018 la vecchia auto di famiglia ha cominciato ad avere seri problemi di funzionamento, causando ripetuti ritardi quando bisognava accompagnare il ragazzo a scuola.

Un giorno Nicole si è recata all’istituto del figlio per chiarire le cose con i docenti e per evitare che gli episodi di ritardo provocassero conseguenze sulle valutazioni o sul rendimento del bambino. Una volta arrivata sul posto la donna si è trovata davanti ad una scena raccapricciante.

A mensa suo figlio piangeva seduto da solo, isolato dagli altri, e sul suo tavolo era stato messo uno scatolo di cartone per impedirgli di vedere i compagni di classe e di essere visto. Guardando il figlio così umiliato in pubblico Nicole si è sentita colma di collera, così ha scattato delle foto con il suo Smartphone e lo ha riportato immediatamente a casa.

Le immagini postate su Facebook sono divenute presto virali, fino a giungere all’attenzione di Bill Mayer, il conduttore di una radio locale. Sembrava assurdo che tutto fosse nato a causa di una macchina rotta, così visto che il costo delle riparazioni superava lo stesso valore dell’auto, la produzione ha deciso di donare alla famiglia di Hunter una vettura usata.

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Venendo a conoscenza dell’accaduto tante altre persone del posto si sono unite all’iniziativa per aiutare Nicole e i suoi cari. Alcune attività e officine del posto hanno offerto riparazioni per un valore di 1100 euro, tre cambi d’olio gratuiti, pneumatici nuovi e la sostituzione dei finestrini. Nicole è rimasta piacevolmente commossa da tutta la generosità e dall’affetto dimostrato da persone sconosciute che hanno preso a cuore la sua situazione.

Il fulcro della storia non è solo la solidarietà della gente ma soprattutto i discutibili metodi disciplinari applicati ancora oggi da alcune scuole. Nessun bambino dovrebbe essere messo alla berlina per aver combinato una marachella, per un ritardo o per un brutto voto. I tempi delle bacchettate sulle mani o dello stare in ginocchio sui ceci vengono troppo spesso esaltati quasi con nostalgia, ma è solo con il dialogo e la collaborazione tra genitori e insegnanti che si possono tirare su individui sani e civili. 

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