Quelite: alcuni benefici attribuiti a questa pianta poco conosciuta

di Davide Bert

28 Aprile 2019

Quelite: alcuni benefici attribuiti a questa pianta poco conosciuta
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I disturbi intestinali e digestivi sono endemici della società moderna. I ritmi di vita frenetici, lo stress, le abitudini alimentari scorrette, la qualità merceologica dei cibi, sono tutte concause che aumentano l’incidenza di tali problematiche. Una delle più frequenti e comuni è la gastrite, che oltre a causare disagio può a lungo andare trasformarsi in affezioni croniche gravi. Dal Messico però arriva un rimedio naturale che potrebbe alleviare questa condizione.

 

via UNAM

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Si tratta della quelite, una pianta commestibile i cui effetti benefici sono stati studiati dagli scienziati dell’Università Nazionale Autonoma del Messico (UNAM). Nel dettaglio i ricercatori della facoltà hanno rilevato la sua efficacia nell’eliminazione dell’Helicobacter Pylori, il batterio principalmente responsabile di malattie come la gastrite. Contro questo tipo di batterio la quelite ha un effetto ancora più potente di una sostanza utilizzata comunemente nella moderna farmacologia, vale a dire il metronidazolo. La pianta da sola funge da antibiotico e antiparassitario 100% biologico.

La varietà vegetale selvatica risulta particolarmente funzionale quando le sue foglie sono ancora tenere. Sempre più fonti la identificano inoltre come “superalimento”, ricco di fibre, vitamine, antiossidanti, minerali e acidi grassi (omega 3, omega 6).

Responsabile e coordinatrice dell’equipe di studiosi della facoltà di medicina dell’UNAM è Irma Romero Alvarez, del dipartimento di Biochimica. Ampliando la sfera di indagine è stato accertato che esistono anche altre varietà di piante in grado di contribuire a curare diverse patologie dell’apparato digestivo, tra queste l’alache, la chepi e il chaya, rispettivamente originarie del Messico, precisamente nella regione di Oaxaca e della penisola dello Yucatan.

 

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Oltre alle proprietà nutrienti, le piante in questione eliminano la proliferazione batterica inibendo la formazione di nuovi focolai e colonie di batteri. L’uso delle specie vegetali come forma di trattamento terapeutico è ancora poco diffuso e limitato alla tradizione e alla cultura delle singole comunità locali. Tuttavia l’UNAM sta considerando l’alternativa farmacologia con particolare interesse e di sicuro gli studi per scoprirne ulteriori potenzialità e applicazioni proseguiranno ancora. 

Un studio che solleva molte perplessità ma che allo stesso tempo mette in luce le proprietà benefiche della Natura che ci circonda a cui molto spesso facciamo troppo poco conto.

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