Alcuni consigli per gestire le persone lamentose che non fanno altro che "risucchiarci" energia

di Francesca Torino

14 Dicembre 2018

Alcuni consigli per gestire le persone lamentose che non fanno altro che "risucchiarci" energia
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A tutti noi è sicuramente capitato di conoscere persone alle quali piace interpretare il ruolo delle vittime perenni. Magari, è capitato anche a noi stessi in più di ogni occasione, ma c'è una grossa differenza tra chi lo fa in modo non abituale e chi, invece, a livello cronico. Quest'ultima categoria di persone è solita lamentarsi costantemente addossando le proprie responsabilità agli altri. Vivere accanto a loro è estenuante da un punto di vista della salute mentale: capire come agiscono può aiutarci a gestirle in modo diverso.

via Psychology Today

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Le persone che si sentono delle vittime, in modo cronico ovviamente, sono tutte accomunate da alcuni fattori: distorcono la realtà, trovano consolazione nella lamentela, tendono a incolpare gli altri dei loro sbagli e non sono in grado di autocriticarsi.

In questi individui, qualsiasi cosa succeda loro, positiva o negativa, non è mossa da una loro volontà ma da quella di qualcun altro. Di conseguenza la realtà viene percepita in modo diverso da quella che effettivamente è: gli aspetti negativi vengono esasperati e quelli positivi ignorati.

Solitamente una persona con questo tipo di inclinazione caratteriale sviluppa una visione pessimistica della vita. Essendo questo il quadro che hanno dell'esistenza, si credono vittime degli eventi e degli altri; si sfogano in continue lamentele allo scopo di attirare l'attenzione su di sé, ricercando la compassione degli altri e non la soluzione ai loro problemi. Inoltre, il loro ruolo di eterne vittime tende a renderle diffidenti verso chiunque e a ricercare tutte le piccolezze che gli danno modo di persistere nell'interpretare questo ruolo. Dunque, sono sempre gli altri, con le loro mancanze, gli unici responsabili di quello che succede attorno a loro.

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Quando interagiscono con qualcuno hanno delle loro tattiche. La prima è quella di delegittimare le argomentazioni dell'altro per affermare la propria condizione di vittima, addossandogli responsabilità che non ha. La seconda, invece, consiste nel manipolare emotivamente il proprio interlocutore, sapendo bene quali corde suonare.

Per imparare a gestire bene persone così, è opportuno prima di tutto riconoscere che non sono delle vittime, cercare di stare attenti a non cadere nelle loro trappole emotive; la cosa principale da chiarire è che non siamo disposti ad ascoltare le loro lamentele senza senso, ma siamo disposti ad aiutarle senza sprechi di energie.

È importante ricordarsi sempre che ognuno di noi sviluppa un carattere diverso in base al contesto sociale e familiare, in cui si vive in gran parte della propria esistenza. Abbiamo tutti le nostre fragilità e tutti abbiamo bisogno dell'altro. Ascoltare chi ha necessità è una buona pratica, ma mai dimenticarsi di se stessi: solo se vi porrete con fermezza e grande amor proprio riuscirete a non cedere alla "trappola" di questi tipo di persone... e non cedendo aiuterete anche loro!

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