La strategia di questa insegnante è riuscita a fermare il bullismo nelle sue classi: ecco in cosa consiste

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di Claudia Melucci

12 Settembre 2018

La strategia di questa insegnante è riuscita a fermare il bullismo nelle sue classi: ecco in cosa consiste
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Il bullismo è qualcosa che non può più essere ignorato: certamente la dinamica per cui i bambini più 'forti' sottomettono quelli più deboli è sempre esistita nelle scuole, ma oggi con i mezzi tecnologici che si hanno a disposizione una semplice presa in giro può diventare una gogna. Genitori e insegnanti devono collaborare non solo per portare alla luce eventuali episodi di violenza, ma per fare in modo che nessun bambino senta il diritto di prendersi gioco degli altri. 

La strategia di questa insegnante di matematica per individuare le dinamiche che avvengono nelle sue classi ha stupito per la sua delicatezza e non invasività: una tecnica che potrebbe tornare utile anche ad altre scuole. Ecco di cosa si tratta. 

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La strategia di questa insegnante è riuscita a fermare il bullismo nelle sue classi: ecco in cosa consiste - 1

Ogni venerdì mattina, al termine della giornata scolastica, questa insegnante chiede ai suoi alunni di scrivere su un pezzo di carta il nome del compagno vicino al quale vorrebbero sedersi il lunedì dopo e quale secondo loro è stato l'alunno più bravo della settimana.

I bambini sanno che tutto ciò che scrivono è segreto e che verrà letto solo dall'insegnante: sanno anche che possono decidere di non partecipare al gioco. 

Attraverso i nomi scritti sui fogli, ma anche in base al rifiuto di un alunno, l'insegnante riesce a ricostruire cosa sta succedendo in aula: chiaramente il suo intento non è quello di sapere chi è stato il bambino più brillante, ma capire chi viene nominato più volte e chi invece non viene tenuto mai in considerazione dai compagni. 

Il tutto viene fatto con domande indirette: davanti a domande del tipo, "Chi è il bambino che ti fa del male?" o "Sei tu che non hai nessun amico?" il bambino risponderebbe molto probabilmente con un silenzio, sentendosi toccato nel profondo.

Già più volte l'insegnante è riuscita a individuare bambini molestati e molestatori grazie a questo metodo semplicissimo.

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Chiedere ai bambini di scrivere i nomi è un po' come leggere nel loro cuore: non è solo l'insegnante che ha più chiara la situazione della classe, ma anche i bambini fanno una riflessione sui rapporti che hanno con gli altri e si fanno un'idea della classe in cui si trovano a dover stare ogni giorno.

Pensate sia efficace questo metodo? Lo consigliereste alle insegnanti dei vostri bambini?

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