Quando chiese il divorzio era terrorizzato dalla risposta della moglie: le sue parole vi spezzeranno il cuore

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di Claudia Melucci

03 Luglio 2018

Quando chiese il divorzio era terrorizzato dalla risposta della moglie: le sue parole vi spezzeranno il cuore
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Il matrimonio è un'unione tra due persone che si amano e che hanno scelto di proseguire il cammino della propria vita fianco a fianco: ma non sempre è tutto rose e fiori. Come in qualsiasi altro rapporto tra due persone, ci possono essere alti e bassi, momenti di incomprensione, può nascere la necessità di stare soli... L'importante è superare sempre le difficoltà, per tornare ad essere felici.

Che siate sposati o meno, la storia di quest'uomo vi toccherà nel profondo del cuore: dopo essere stato sposato tanti anni, ha deciso di chiedere il divorzio alla moglie, e la sua risposta lo ha lasciato letteralmente spiazzato. 

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Era una sera qualunque quando chiesi il divorzio a mia moglie: tornai a casa la sera, in tavola era già tutto pronto e quando lei mi chiese come era andato al lavoro, mi feci forza e parlai. Volevo il divorzio.

Non era arrabbiata, mi prese dolcemente la mano, mi chiese perché avessi preso quella decisione: io non risposi, lei mi lasciò bruscamente la mano e se ne andò furiosa gridando che non lo meritava. Mi aspettavo quella reazione, anzi alla fine mi aspettavo molto di peggio. 

In casa calò il silenzio, si sentiva solo il suo pianto e i suoi singhiozzi: sapevo che dovevo darle una spiegazione, ma in quel momento le avrei fatto ancora più male se le avessi detto che nella mia vita c'era solo una donna che amavo e che non era lei. Non l'amavo più, ma provavo comunque profondo rispetto per lei, le ero grato per essere un'ottima madre, per aver condiviso con me gli anni della giovinezza: continuare con lei, però, non faceva più bene a nessuno dei due. 

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Sentendomi l'uomo peggiore sulla faccia della Terra, le corrisposi metà dei miei averi e le concessi l'intera proprietà della casa. Quando lesse i documenti del divorzio li strappò perché lei non voleva nessun bene materiale da me. Mi dispiacque molto, perché era l'unica cosa che potevo fare: la decisione l'avevo già presa.

I giorni seguenti furono terribili: in casa ci ignoravamo e una sera, tornato a casa tardi, la trovai a scrivere qualcosa sulla scrivania. Non me ne interessai e andai a letto. Il giorno dopo trovai la lettera per me, in cui lei mi chiedeva ingenuamente di trascorrere ancora un solo mese insieme, durante il quale avremmo dovuto fare del nostro meglio per far stare bene nostro figlio, tranquillizzarlo. Per fare ciò mi chiese di portarla in braccio a letto ogni sera, come facemmo la prima notte di matrimonio. 

Tutto questo mi sembrava ridicolo, assurdo, ma volevo il divorzio a tutti i costi, e se questo poteva far finire la relazione con mia moglie nel modo più pacifico possibile lo avrei accettato.  

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I primi giorni mi sentii molto in imbarazzo: ogni giorno, nostro figlio ci vedeva in quella sceneggiata ed urlava di gioia. Era felice di vederci fare una cosa bizzarra ai suoi occhi. Mia moglie mi chiese di non dirgli nulla riguardo al divorzio: confuso da tutto quello che stava accadendo, risposi di sì. 

Portarla ogni sera in braccio a letto mi ha fatto scoprire cose di lei che avevo dimenticato: il suo profumo, le rughe che erano comparse sul suo viso, mi accorsi che i capelli le si stavano ingrigendo. L'ottavo giorno la presi in braccio molto più facilmente: l'imbarazzo era sparito, lei era più leggera e diceva che era colpa mia. 

Una volta me ne dimenticai e fu mio figlio a ricordarmi che era arrivata l'ora di prendere in braccio la mamma: quella sera la strinsi con più forza e mi venne quasi voglia di non poggiarla sul letto. Ma lo feci subito dopo, perché ebbi paura di cambiare idea sul divorzio. 

Nel frattempo, Jane, la donna per cui stavo lasciando mia moglie, rideva di tutta questa sceneggiata: a me, però, stava iniziando a piacere quella vicinanza. 

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L'ultimo giorno in cui avrei dovuto portare in braccio mia moglie, dopo il quale sarebbe stato ufficializzato il divorzio, decisi di fare qualcosa prima di tornare a casa. Incontrai Jane e le confessai di aver cambiato idea. Era con mia moglie che volevo passare il resto dei mie giorni ed era lei che amavo con tutto il mio cuore. Era stata la routine di tutti i giorni ad uccidere i sentimenti che provavo per lei. Jane si arrabbiò molto e mi cacciò fuori di casa: poco mi importava. Andai a comprare un mazzo di rose ed un biglietto in cui ci scrissi: 'ti porterò in braccio ogni giorno, fino a che morte non ci separi'. 

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Sono entrato in casa impaziente, ma quello che trovai non me lo sarei mai immaginato: c'erano molte persone in casa, mio figlio piangeva disperato ed appresi che mia moglie era morta a seguito di un malore. Era malata di tumore, ma io non lo sapevo perché in quel periodo mi prendevo cura di un'altra persona e non di mia moglie. Sapeva che non le era rimasto molto da vivere, ecco perché mi chiese un mese per stare insieme: per lasciare suo figlio con l'idea che i suoi genitori si sono amati fino all'ultimo giorno. E in effetti era stato così: l'ho amata fino all'ultimo giorno. 

Quel mazzo di rose glielo posi tra le mani e la salutai, per sempre. 

A volte non diamo il giusto valore alle cose o alle persone, fino a quando non ce ne separiamo definitivamente. In amore però non si deve aspettare la fine per conoscere i propri sentimenti: ogni giorno è quello buono per rendersi conto di quanto si ama la persona che si ha al fianco. 

Ogni minuto conta: e tu, oggi, hai già detto alla persona accanto a te quanto la ami? Coltiva i rapporti come se fossero piante: innaffiandoli ogni giorno!

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