Una donna chiede aiuto dopo la morte di un'amica: la risposta di un anziano ha lasciato tutti commossi

di Giulia Bertoni

29 Giugno 2018

Una donna chiede aiuto dopo la morte di un'amica: la risposta di un anziano ha lasciato tutti commossi
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Le circostanze in cui viene a mancare una persona cara possono influire sul modo in cui ci adattiamo alla sua assenza. Accettarla e non lasciare che ci impedisca di godere appieno della nostra esistenza è una delle cose più difficili che la vita ci chiede di fare. Ci sono poi perdite inevitabilmente più dolorose di altre, quelle che anche dopo tanto tempo, quando ci sembrava di aver ritrovato la stabilità, ci colpiscono nuovamente con inaudita freddezza, facendoci crollare e venire voglia di chiedere 'perché?' anche a un passante, uno sconosciuto...

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Una donna ha fatto qualcosa di simile: invece di rivolgersi a un passante, ha fatto una domanda al web e una delle risposte ha catturato l'attenzione di tutti...

Una donna ha fatto qualcosa di simile: invece di rivolgersi a un passante, ha fatto una domanda al web e una delle risposte ha catturato l'attenzione di tutti...

Unsplash/Tim Foster

La donna piangeva la scomparsa di una cara amica e, nella disperazione di quel giorno, si è rivolta alla community online che usa solitamente dicendo semplicemente: "La mia amica non c'è più e io non so davvero cosa fare".

A risponderle, fra gli altri, c'era un uomo non più giovane che ha saputo formulare un pensiero ammirato da tutti i lettori...

Dunque, eccoci qui... Sono vecchio e questo significa che mentre io sono ancora qui, molte delle persone che amavo non ci sono più.
Ho perso amici, conoscenti, colleghi di lavoro, parenti stretti e lontani, insegnanti, vicini di casa, mentori e tante altre persone ancora. Non ho figli e per questo non posso immaginare cosa significhi vederne morire uno. Nonostante questo, ecco cosa ho da dire...

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Pixabay.com

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Mi piacerebbe poter dire che alla fine ci si abitua. Io non ci sono mai riuscito e sono felice di questo. Ogni volta che è venuto a mancare qualcuno a me caro, ho sentito qualcosa strapparsi dentro di me, a prescindere dalle circostanze. Ma non voglio che questo diventi qualcosa da dimenticare, qualcosa che spero passi presto. Le mie cicatrici sono un testamento di amore delle relazioni che ho intrecciato con le persone e se la cicatrice è profonda è perché quel rapporto era profondo, quindi custodisco con gratitudine quel dolore.

I segni che esso lascia in noi sono il lascito della vita, la prova del fatto che possiamo amare profondamente, ritrovarci feriti, scavati dal dolore eppure capaci di guarire e tornare ad amare.

Col tempo si capisce che il dolore è come le onde: quando la barca del nostro cuore naufraga per la prima volta, ci sentiamo annegare circondati dai resti del nostro stesso essere. Tutto quello che ci galleggia attorno ci ricorda la bellezza e la magnificenza che caratterizzavano la nostra barca, mentre ora tutto quello che puoi fare è provare a restare a galla. Ogni tanto trovi qualche pezzo del relitto e ti ci aggrappi: a volte un oggetto, altre volte un ricordo, o magari una persona che, proprio come te, nuota in quella disperazione.

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All'inizio le onde sono altissime e ti si infrangono addosso senza pietà. Si susseguono una dopo l'altra, senza darti tregua. Arrivano ogni 10 secondi e in questo intervallo non riesci nemmeno a prendere il respiro. Tutto quello che puoi fare è cercare di rimanere a galla. Dopo un po', possono volerci settimane, mesi... ti renderai conto che le onde sono ancora altissime, ma ciò che cambia è la frequenza con la quale ti investono; sono ancora violente, rischiano ancora di farti annegare, ma il tempo fra una e l'altra lentamente si dilata e tu puoi tornare a respirare. Tra un'onda e l'altra c'è vita.

Finché un giorno, con tua sorpresa, ti renderai conto che da quindici metri, quelle onde di dolore si sono abbassate a dieci, oppure a cinque. Continuano a cercarti ma le vedi arrivare da lontano: un anniversario, un compleanno, una festa... Le vedi arrivare e hai la possibilità di prepararti, così che quando ti si infrangeranno addosso, saprai concentrarti sul fatto che comunque riemergerai. Fradicio, scombussolato e ancora in cerca di un appiglio, ma ne uscirai.

Ascolta le parole di un uomo vecchio: le onde non cessano mai, e in qualche modo tu non vuoi davvero che lo facciano. Semplicemente imparerai che puoi sopravvivere. Altre onde arriveranno, e tu sopravviverai anche a quelle. Se sarai fortunato, un giorno ti ritroverai coperto da tante cicatrici e circondato da tanti relitti: solo allora capirai di aver amato molto, e molto intensamente.

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