L'amicizia contrasta il declino cognitivo della vecchiaia e fa rimanere attivi più a lungo

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di Claudia Melucci

18 Aprile 2018

L'amicizia contrasta il declino cognitivo della vecchiaia e fa rimanere attivi più a lungo
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Ognuno di noi nella vita cerca di seguire delle buone abitudini nel quotidiano, per vivere più a lungo e per godere di una vecchiaia senza troppi acciacchi (almeno lo si spera!): chi si dà allo sport, chi alla sana alimentazione, chi non fuma e chi non consuma bevande alcoliche. I medici, però, si sentono di aggiungere nella lista delle scelte che si possono fare per vivere meglio anche il fatto di avere molti amici: secondo uno studio, una fitta rete di relazioni sociali rallenta o elimina del tutto il declino cognitivo tipico dell'invecchiamento. 

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Chi coltiva le proprie amicizie rimane attivo mentalmente anche dopo gli ottanta anni.

Chi coltiva le proprie amicizie rimane attivo mentalmente anche dopo gli ottanta anni.

pixabay.com

Lo studio ha analizzato una campione di popolazione di età superiore agli 80 anni: alcuni volontari facevano parte dei SuperAgers, termine con il quale vengono definiti gli anziani con capacità cognitive particolarmente sviluppate. L'obiettivo era quello di indagare lo stile e la qualità della vita di quest'ultimi e di coloro che presentavano un declino mentale del tutto normale per l'età. 

I volontari sono stati sottoposti ad un test psicologico con il quale sono stati misurati alcuni parametri come, grado di autonomia, numero di amici, educazione, soddisfazione di se stessi. Ebbene, è emerso che i SuperAgers, quelli con performance cognitive che gli esperti dicono essere simili a quelli dei ventenni e dei trentenni, erano quelli che dichiaravano di avere una rete di amicizie ampia e di valore. 

Ovviamente, non è tanto importante il numero, quanto la qualità delle amicizie: meglio una ristretta cerchia che essere circondati da molte persone di cui non ci si fida o  da cui si trae solo negatività. Tuttavia, meglio avere qualche amico in più che un unico fidato, per trarne i benefici. 

Per i ricercatori si tratta di una scoperta importante perché si amplia il ventaglio dei fattori modificabili, ovvero i fattori su cui si può agire per contrastare o ritardare la comparsa del declino cognitivo nella vecchiaia: si possono sempre fare nuove amicizie, conoscenze, o solo coltivare quelle già esistenti. 

Ovviamente, ci tengono a precisare, non è detto che chi ha molte amicizie e buone non avrà mai l'Alzherimer: ma il fatto di circondarsi di belle persone equivale alla scelta di mangiare solo alimenti a chilometro zero o di eseguire regolarmente attività fisica. 

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