Una fabbrica di succo scarica tonnellate di bucce d'arancia in un terreno incolto, creando un'autentica foresta

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di Marco Renzi

11 Settembre 2017

Una fabbrica di succo scarica tonnellate di bucce d'arancia in un terreno incolto, creando un'autentica foresta
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Quello che stiamo per raccontarvi è un esperimento di sinergia tra necessità industriali e ambientali che, a distanza di una ventina di anni, ha dato risultati insperati.

Il progetto nacque nel 1997, quando i ricercatori di Princeton Daniel Janzen e Winnie Hallwachs si presentarono presso l'azienda Del Oro, produttrice di succo d'arancia con sede in Costa Rica.

La loro proposta era molto allettante: se la Del Oro avesse acconsentito a cedere all'Area Protetta Guanacaste alcuni dei suoi terreni confinanti con essa, avrebbe potuto scaricare tonnellate di scarti di arancia su quei pascoli senza pagare alcun costo di smaltimento.

via princeton.edu

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Considerati gli enormi costi del processo di distruzione dei rifiuti, la compagnia acconsentì immediatamente e 1.000 camion partirono senza esitazione alla volta di quei pascoli senza vita, scaricandovi 12.000 tonnellate di scarti di bucce e polpa di arancia.

L'effetto sulla composizione del suolo fu praticamente istantaneo.

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Dopo soli sei mesi le scorze di arancia si erano trasformate in uno strato argilloso molto compatto. La loro presenza aveva riattivato anche la fauna locale, poiché la decomposizione aveva attirato e fatto prolificare gli insetti.

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L'esperimento purtroppo ebbe vita breve, poiché un'altra azienda che operava nello stesso settore fece causa alla Del Oro affermando che avesse contaminato un parco naturale. La Corte Suprema della Costa Rica accolse la causa e l'esperimento fu forzatamente interrotto e dimenticato per i successivi 15-20 anni, fino a che nel 2013 l'ecologista Timothy Treuer decise di recarsi nella zona per valutarne le condizioni.

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La sua più grande difficoltà fu quella di TROVARE la zona esatta in cui le bucce d'arancia erano state gettate, cosa che richiedette ben due spedizioni sul luogo. Il territorio era completamente trasfigurato, e il suolo fertile si era trasformato in una lussureggiante foresta.

Per comprendere la portata del cambiamento, basti pensare che ci vollero anni per ritrovare il cartello di legno che campeggiava al centro della discarica, ormai circondato da alberi e ricoperto di vegetazione.

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Andando a comparare (vedi foto) la giungla con quella presente nella zona adiacente, non trattata con i rifiuti, Treuer rilevò non solo una crescita maggiore dei singoli alberi, ma anche una più vasta varietà di specie presenti.

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Come le bucce d'arancia siano riuscite a fare questo miracolo è ancora oggetto di studio. Secondo gli esperti esse hanno avuto la doppia funzione di sterilizzare il suolo con la loro acidità eliminando le erbe infestanti del pascolo e rigenerare il terreno ormai esausto.

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L'esperimento ha ovviamente richiamato l'attenzione di molti, poiché ogni giorno assistiamo al paradosso di dover smaltire rifiuti organici ricchi di elementi nutritivi mentre enormi zone della terra si impoveriscono proprio a causa dello sfruttamento e della mancanza di nutrienti.

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Ovviamente le aziende non possono e non devono scaricare i rifiuti nei terreni senza controllo, ma perché non pensare di avviare progetti come questo anche in altre parti del mondo?

Tutti ne trarrebbero giovamento: le aziende risparmierebbero sui costi, i parchi naturali o i pascoli abbandonati ne uscirebbero rinvigoriti e ampliati, e la nostra povera Terra potrebbe riavere indietro una piccola parte delle preziose risorse vitali che ogni giorno le sottraiamo.

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