Grazie alle foto fatte da un passante, questo papà ha potuto aprire un'attività e dare un futuro a sua figlia

di Giulia Bertoni

30 Agosto 2017

Grazie alle foto fatte da un passante, questo papà ha potuto aprire un'attività e dare un futuro a sua figlia
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Lo scoppio di una guerra nel luogo in cui si vive significa tante cose: significa rischiare di perdere le persone che si amano, significa rischiare di non poter sfamare i proprio figli, significa rischiare di perdere il proprio lavoro.
È questa la situazione in cui si è trovato Abdul Halim al-Attar, un rifugiato siriano fuggito in Libano con la figlia. Una sua foto, scattata da un passante, è diventata virale fino a giungere alla persona che gli avrebbe cambiato la vita.

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Abdul vendeva penne per le strade di Beirut con la figlia Reem in spalla, addormentata.

Abdul vendeva penne per le strade di Beirut con la figlia Reem in spalla, addormentata.

Twitter/GissiSim

E pensare che nel suo paese di origine era il manager di una fabbrica di cioccolato...

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A vedere questi scatti è stato anche l'attivista islandese di base in Norvegia, Gissur Simonarson, che è risalito alla sua identità ed ha lanciato una campagna di raccolta fondi per aiutarlo.

A vedere questi scatti è stato anche l'attivista islandese di base in Norvegia, Gissur Simonarson, che è risalito alla sua identità ed ha lanciato una campagna di raccolta fondi per aiutarlo.

Syria Ross

In poco tempo la sua iniziativa ha raccolto ben più di quanto richiesto inizialmente, fino a concludersi con oltre 190 mila dollari raccolti in quattro mesi.

Oggi Abdul e la piccola Reem non vivono più in strada...

Oggi Abdul e la piccola Reem non vivono più in strada...

hihearts.com

Perché grazie a quei soldi, Abdul ha potuto aprire ben tre attività, dando a sua volta lavoro ad altri 16 rifugiati siriani.

Perché grazie a quei soldi, Abdul ha potuto aprire ben tre attività, dando a sua volta lavoro ad altri 16 rifugiati siriani.

hihearts.com

L'uomo ha aperto un panificio, un negozio di kebab e un ristorante. I soldi avanzati sono stati donati ad altri rifugiati siriani in condizioni altrettanto critiche.

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